Ad maiora, Muffat

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Alle Olimpiadi di Londra 2012, dopo l’oro ne 400 stile libero, il mondo era ai suoi piedi. Ma la medaglia più importante di Camille Muffat non era appesa al collo, bensì appuntata al petto: la Légion d’honneur, di cui fu insignita dal Presidente Hollande (foto), che la traslò dall'Olimpo dello sport a quello di una nazione. Oggi il mondo s’inchina di nuovo, come ultimo omaggio; al funerale di Nizza presenzia anche Paolo Barelli, in veste di Presidente Len, che ha dichiarato “Abbiamo perso una grande campionessa – e con lei le altre vittime del tragico incidente in elicottero durante le riprese di un reality show in Argentina - una meravigliosa nuotatrice e persona. Il suo ricordo resterà con noi per sempre”. E il sindaco di Nizza si è già attivato per dare il nome di Camille Muffat alla piscina olimpica della città, a imperitura memoria. Fu lei stessa a proclamare l’esilio dalle corsie, nei mesi successivi al ritiro. Eppure, nel giorno dell’annuncio disse “Mai dire mai”; e anche dopo, non seppe dire di no quando le chiesero di rituffarsi in acqua con i bambini(leggi qui): rifiutò l’idea di allenare, ma non quella di avvicinare all’acqua altre, future e, forse, ancor più grandi Camille. Ora sarà il suo nome, scolpito sulla targa di una piscina e nella storia del nuoto, a ispirarle. Ad maiora, Muffat.
 
moscarella@swimbiz.it
 
La Federazione Francese Nuoto ha ritwittato l'articolo.

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