Efimova farà ricorso al Cas, dichiara il manager

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E adesso, come spesso accade nelle questioni di doping e antidoping, il caso finirò in tribunale. Yulija Efimova, nazionale russa oggi esclusa dalle Olimpiadi dal Comitato Olimpico Russo su indicazione della Fédération Internationale de Natation(leggi qui), farà ricorso alla Court of Arbitration for Sport di Losanna. Lo conferma il manager Andrey Mitkov, sul profilo Facebook della ranista. I precedenti a cui si appellerà Efimova sono due: la Osaka Rule, introdotta dall'International Olympic Committee nel 2oo8 e abolita dal Cas nel 2011, che chiudeva le porte della nazionale per 6 mesi a quanti avessero scontato squalifiche per doping; il recente caso dell'olimpionico sudcoreano Park Tae-hwan(leggi qui) che, secondo una regola del Comitato Olimpico Coreano, per la medesima ragione non avrebbe avuto diritto alla nazionale per tre anni.

In entrambe le situazioni, il Cas si pronunciò a favore degli atleti, stabilendo che uno sportivo non può essere sanzionato due volte per una singola violazione. D'altra parte, nel caso di Efimova - e di altri tre nuotatori russi - potrebbe entrare in gioco una responsabilità collettiva, se il Cas considerasse legittime le accuse di doping di Stato in Russia, contenute nel report dell'avvocato canadese Richard McLaren(leggi qui).

Da notare come l'esclusione di Efimova sia conseguenza della sua positività del 2013 alla 7-Keto-DHEA e non alle positività multiple di quest'anno al Meldonium. La Wada (agenzia mondiale antidoping), viste le difficoltà nello stabilire i tempi di permanenza della sostanza nell'organismo, giudica non colpevoli gli atleti per positività (per una quantità inferiore a a 1 microgrammo) che vadano dal 1° gennaio al 30 settembre 2016. E' il caso, ad esempio, della Efimova, del dorsista Grigory Tarasevich e del giocatore di volley statunitense Maxwell Holt.

moscarella@swimbiz.it

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