Nuoto senza bandiere

Copyright foto: arkady vyatchanin

Ieri sera, sotto il diluvio di Rio de Janeiro, i tuffatori messicani Jahir Ocampo e Rommel Pacheco hanno conquistato l’accesso alle Olimpiadi. Niente bandiera per loro, che si sono anche presentati a bordo vasca in maglietta I love Rio, dopo la squalifica della federnuoto messicana(leggi qui). Gareggiavano per la Féderétaion Internationale de Natation stessa. Situazione paradossale, perché per i pass olimpici le regole Fina tecnicamente non fanno riferimento agli atleti, ma ai Comitati Olimpici Nazionali (Noc) da essi rappresentati nelle gare di qualifica. In ogni caso, è triste pensare a un atleta che, senza colpe personali, non possa esibire la bandiera del suo Paese. Il dorsista Arkady Vyatchanin, ex bronzo olimpico, da quasi tre anni e mezzo non rappresenta più la Russia in gara, saltando persino i Mondiali ‘in casa’, lo scorso anno a Kazan. Il problema non è mai stato il suo Paese “Sono nato russo e lo sarò sempre” ma dissapori con la Russian Swimming Federation, per cause mai del tutto chiarite. “Temevo mi fosse portata via del tutto la possibilità di gareggiare” disse due anni fa. Uno che non fa differenze, quando si tratta di rivendicare i diritti di atleti, persone o animali “Un futuro in politica o in politica sportiva? A volte ci penso” confessa a Swimbiz.it. “Chiesi anche alla Fina di poter gareggiare in Coppa del Mondo rappresentando il mio club americano, Nyac – prosegue – sapevano che mi servivano soldi per pagare il trattamento contro il cancro di mio padre. Mi dissero che dovevo per forza nuotare per la Russia o cambiare nazionalità”. Ha già ottenuto il passaporto serbo, sogna di vivere a Rio 2016 la sua ultima Olimpiade. Insieme al giovane Velimir Stjepanovic, serbo nato a Dubai, costituirebbe anche la prima base per un’interessante staffetta 4x100 mista “Ma il permesso di rappresentare la Serbia in gara ancora tarda ad arrivare. Spero non ci sia bisogno di ricorrere al Tas. Ho già nuotato tutti i tempi limite per i Giochi, la speranza è l’ultima a morire”.
 
moscarella@swimbiz.it
 
No Flag Zone
 
Last night, under Rio de Janeiro’s flood, Mexican divers Jahir Ocampo e Rommel Pacheco gained access to Olympic Games. No national flag, they wore t-shirts I love Rio, after Mexican swimming federation was disqualified(read more here). They competed under Fédération Internationale de Nataion’s flag. Paradoxical situation: Fina rules about Olympic slots technically don’t refer to athletes, but to National Olympic Committees they represent during qualification events. By the way, it’s sad to think about an athlete who, without a personal fault, can’t exhibit his national flag. Backstroker and former Olympic bronze medalist Arkady Vyatchanin hasn't represented Russia for almost 3 and a half years, skipping even “home” world aquatics championships last year in Kazan. The problem is not his country “I was born and will always be Russian”, but a dispute with Russian Swimming Federation for personal reasons. “I was afraid that the opportunity to compete could be taken away from me” he said two years ago. He makes no differences, when he claims for athletes, human or animal rights “A future in politic or sport politic? Sometimes I think about it” he admits to Swimbiz.it. “I asked Fina to allow me compete for my American club, NYAC, at one of the clusters of the World Cup series, to raise money for my father's cancer treatment. I was told to either go back to Russia or search for a new country”. He has obtained Serbian passport, he wants to live his last Olympic Games. With Velimir Stjepanovic, could even lay the first foundation of an interesting 4x100 medley relay “But t I still don’t know when I’ll be able to represent Serbia in competitions. Hope I wont’ need to appeal TAS. I have made all the time standards long time ago, hope dies last”.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Telegram