Scozzoli, un colpo di rana

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Un altro quadriennio olimpico inizia e Fabio Scozzoli riparte da dove tutto cominciò, da Imola. Stavolta non sarà frequent travelling, perché “Ho imparato che serve continuità nel lavoro. In più, qui ho la tranquillità emotiva e sentimentale” commenta a Swimbiz.it il ranista dell’Esercito, bi argento mondiale nel 2011. A 28 anni, sa di poter ancora gareggiare ad alto livello. Un colpo di reni, o di rana, per un nuovo inizio “L’infortunio e la riabilitazione ti cambiano, ma non necessariamente in peggio. Atleticamente sto meglio di prima, devo trasferire nella rana la potenza che esprimo in altri stili. Tornerò a nuotare più spesso i misti in allenamento – e l’obiettivo è – qualificarmi ai Mondiali di Budapest. A quel punto cercherei la semifinale, non amo fare la comparsa. Anche perché i tempi di qualifica fissati in Italia di solito valgono almeno una semifinale. Al suo fianco, sempre il tecnico Cesare Casella. Più complesso rivedere il connubio con Tamas Gyertyanffy “Il suo contratto con la Fin scade a fine anno e ancora non si sa cosa succederà. Mi sarebbe piaciuto riaverlo a Imola, ma, per una serie di circostanze, non sarà possibile. Se si avvicinasse a Bologna, ipoteticamente potrei stare solo con lui. La priorità per me è fare una scelta unica, senza più cose a metà”. Ma Fabio non rinnega le scelte degli anni scorsi, perché ogni decisione era ponderata. E mette la stessa attenzione, quando risponde a una domanda. Se necessario, prendendosi qualche secondo per scegliere con cura le parole più adatte.

“Rio? Vista da fuori, purtroppo, non mi è sembrata una bella Olimpiade per il nuoto italiano”. A Londra 2012 “Mancarono le medaglie delle punte, una mia e una di Federica (Pellegrini n.d.r.), ma in realtà molti fecero bene, migliorando i loro tempi personali”. A Rio 2016, viceversa “Le medaglie di Gabriele (Detti) e Gregorio (Paltrinieri) hanno ‘salvato la barca’. Ma occorre essere obiettivi e in questo credo e spero che la Federazione lo sia”. Le medaglie hanno confermato “Ciò che di buono si è fatto al Centro Federale di Ostia. E anche quello di Verona ha fatto bene, portando tre atleti alle Olimpiadi”. Rispetto a quattro anni fa “La nazionale era potenzialmente molto più forte, con tanti atleti da semifinale o anche da finale. E’ sulla programmazione che la Federazione può fare un esame, per migliorare in futuro”. Scozzoli è di nuovo equilibrato “Non è semplice. Dice bene Butini – Direttore Tecnico dell’Italnuoto – non siamo gli Stati Uniti. Non possiamo selezionare come loro e, se un nostro big ha problemi di salute nel giorno di qualifica, è una perdita per tutti”. Avere le selezioni “Vicine all’evento, come gli americani, aiuta a mantenere la condizione fisica. Ma ognuno ha le sue caratteristiche e la Federazione non può vedere come si alleni ogni atleta tutti i giorni, eccetto quelli dei Centri Federali”. Il ranista ipotizza di “Lasciar scegliere agli allenatori la gara, ovviamente di livello internazionale, nella quale fare il tempo di selezione: Assoluti, Settecolli, una tappa del Mare Nostrum… a quel punto, sarà responsabilità del tecnico e dell’atleta andare bene in quella data – in un arco temporale definito – si potrebbe tenere da conto anche un ottimo tempo segnato al grande evento della stagione precedente, ad esempio i Mondiali dell’anno pre olimpico. A patto di non mischiare tempi o risultati della vasca lunga con la corta, e viceversa”.

 moscarella@swimbiz.it

Fabio Scozzoli ha ritwittato l'intervista
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