Agnel, una mandrakata per Rio 2016. Lacourt, squalifica d’allenamento

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Circostanze attenuanti. Anche il nuoto australiano, simbolo del “severo ma giusto”, ha aggiunto quelle due parole tra i criteri di selezione per la nazionale olimpica(leggi qui). Cronometro giudice unico, ma tutto diventa più difficile quando il Messi o Ronaldo della vasca - con sponsor, tv e politica sportiva al seguito – rischi di mancare alle Olimpiadi. In Olanda si parlò persino di nepotismo(leggi qui). Ai campionati francesi di Montpellier, il direttore tecnico Jacques Favre crea la formula: un tempo ufficiale per i campionati, ma non valido per la corsa ai Giochi. “Tutte le opzioni sono aperte” commenta a L’Equipe, dopo che il campione olimpico dei 200 stile, Yannick Agnel, ieri ha mancato il tempo limite per Rio 2016. Proteste e moviola tv, Agnel sembra arrivato secondo. Ma il ricorso è respinto, il bronzo confermato e significherebbe niente ripescaggio. Almeno fino alle parole di Jacques Favre, col classe ’94 Jordan Pothain, argento nella finale, pronto persino a farsi da parte “Il mio obiettivo, raggiunto, era qualificarmi per la staffetta 4x200”. Viene da chiedersi se ci siano in gioco anche equilibri federali, perché chi allena Agnel oggi è l’ex Dt Lionel Horter. Intanto, gli ostici tempi limite imposti dalla Fédération Française de Natation preoccupano più di un atleta. A Swimbiz.it l’ex olimpionico Alain Bernard(leggi qui) disse che i duri criteri “Porteranno a una nazionale meno numerosa, ma più competitiva” rispetto agli anni passati. Camille Lacourt, che tacciò di follia la scelta federale, oggi ha nuotato metà dei 200 dorso (55”5), squalificato perché uscito anzitempo dalla vasca, per allenare i 100 Non sono tranquillo, ma già lo sapevo. E’ una corsa in cui servirà avere fegato”.

 

moscarella@swimbiz.it

 

I tempi limite stabiliti dalla Ffn per qualificarsi a aRio 2016
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