Benedetta di nome e di fatto: la Pilato vola super alto!

Copyright foto: swimbiz.it_Stefano Palazzo

Benedetta gioventù, di nome e di fatto. Benedetta dal destino e da un talento fuori dal comune. Benedetta, questa Pilato, che da Taranto sbraccia fino a Tokyo. Non una piccola ranocchia, ma una grande principessa, nonostante i suoi teneri 15 anni. Teneri come quelli di Federica Pellegrini che aveva solo qualche mese meno di lei quando centrò la sua prima qualificazione olimpica.
Stessa età, stessa squadra: il circolo Canottieri Aniene, fucina di campioni e garanzia di talenti e promesse. Benny e Fede: uguale (grande) amore per la fatica, identica propensione al sacrificio. Speculare precocità nella vita. Che si abbiano 15 o 30 anni poco importa. Quando si nuota nella corsia del talento, si vira sempre verso grandi ambizioni. Pilato, come Pellegrini, avrà 16 anni quando si tufferà nel sogno di Tokyo. A quell’età Fede diventò già Divina vincendo la sua prima medaglia olimpica, l’argento nei suoi 200 stile ad Atene. Era il 2004 e quella gara sarebbe stata solo la «batteria» di un carriera straordinaria. Chissà come sarebbe andata se Fede avesse respirato dall’altra parte e avesse guardato Camelia Potec che la rimontava a sinistra, dalla corsia laterale, sfilandole l’oro di un niente. Ce lo chiediamo ancora e ce lo siamo domandati oggi pomeriggio con il direttore di Swimbiz, Christian Zicche, in un’improbabile brainstorming di «fantanuoto». Questa Pilato mostruosa, che in un anno sui 100 rana è scesa di 3 secondi arrivando a 1.06.02, dove può arrivare? La baby prodigio del nuoto italiano è già in scia della statunitense Lilly King. Il record del mondo è ancora un tabù, ma forse nemmeno troppo per una come lei capace di affogare ogni primato. E nella rana, si sa, tenere sotto controllo le avversarie è più «semplice» che nello stile libero. Se Pellegrini fu penalizzata dalla respirazione laterale a destra, Pilato, nuotando a rana, può, potrebbe, più facilmente, girare la testa in tutte le direzioni per controllare le avversarie. La storia non si fa con i se e con i ma e nemmeno troppo con le tattiche. Ma ipotizzare non costa nulla. E’ presto, troppo presto per fare previsioni (o mettere eccessive pressioni). Una cosa però è certa: Benny va sempre dritta come un treno, spedita, nella sua rana molto «emersa». Anche se è una che non guarda chi ha nelle corsie vicine, ma punta sempre avanti. Dritto, con la testa che mira il muro davanti a sé. Come chi vola superalto. Solo verso cose belle.

Patrizia Nettis per Swimbiz.it

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