Il sito SwimSwam propone un interessante confronto tra i guadagni nel nuoto e in altri sport, prendendo spunto dalla ragguardevole cifra di 125.000$ in premi raccolta da Katinka Hosszu in due tappe di World Cup. Già Espn immaginò che, se guadagnasse settimanalmente quella cifra nell'arco di un anno, sarebbe l'atleta più pagata d'Ungheria; Swimswam ripete lo stesso gioco moltiplicando quei premi per, ad esempio, le 36 settimane della Nba femminile (3.250.000$) o le 44 della serie A ungherese di calcio (5.500.000$). E la "rivoluzione" di Katinka Hosszu starebbe nel fatto che gareggia, ad alto livello, settimana dopo settimana. Le vittorie si susseguono, il suo nome circola più spesso rispetto al nuotatore medio e gli spettatori vanno ai meeting per vedere Iron Lady e a aspettandosi la sua vittoria. Attirando, di conseguenza, gli sponsor. SwimSwam auspica che in futuro altri atleti ne seguano l'esempio, ma non manca di sottolineare la durezza di una scelta simile: le gare prendono parecchio tempo, persino per un nuotatore, all'ancor giovane Katinka (25 anni): dopo gli Europei, ha gareggiato in World Cup e anche al Singapore Swim Stars. E proprio il sogno di Stephan Caron, fondatore del pur migliorabile meeting(leggi qui), potrebbe essere una via più percorribile: punteggiare il globo di meeting ad alto montepremi, senza così costringere gli atleti a maratone agonistiche. C'è curiosità, poi, nel vedere a cosa porterà il progetto del magnate Konstantin Grigorishin(leggi qui), a livello di meeting e di squadra, e se altri miliardari proveranno a buttarsi sul nuoto. Il potenziale economico del nuoto cresce, ma è un coacervo d'idee e possibilità.
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