Ci vuole spina dorsale: la lezione di Barbara, per il nuoto e per la vita

“Spesso ci informiamo solo quando una malattia ci tocca da vicino” è l’amara verità constata da Barbara Pozzobon, fondista azzurra specializzata nelle lunghe, lunghissime distanze. Per questo, la sua scelta quale testimonial di Match it now, evento nazionale per promuovere la donazione di midollo osseo, è stata per lei anzitutto l’occasione d’informarsi su un tema che ancora oggi non riceve la dovuta attenzione “M’iscriverò nelle prossime settimane: basta un prelievo di sangue e un test da parte di uno specialista per verificare la tua compatibilità” racconta a Swimbiz.it. Un orgoglio, la consapevolezza di poter essere un modello per i giovani, lei che oggi festeggia 25 anni. Qualcosa che aiuta anche il suo essere atleta “Ti gratifica, significa che sei sulla strada giusta, che il lavoro svolto è corretto” al pari di un risultato.

Il trionfo nella prestigiosa Santa Fe-Coronda in Argentina (2017)

E lei, di risultati, ne ottiene eccome, proiettatissima verso il trionfo nelle Fina Ultramarathon World Series, riservate alle distanze superiori ai 25 km “Per qualificarmi ai Mondiali, è questa la gara in cui mi sento più a mio agio. Ma sono soddisfatta anche dalla mia crescita nella 10 km e, in vista delle Olimpiadi, ci punto”. Già, l’unica gara olimpica, da lì si deve per forza passare, e chi come lei, Alice Franco, Edoardo Stochino e tutti gli altri tengono ancora viva la tradizione originaria delle acque libere, si ritrovano a riflettori spenti “E' stato un po' rovinato il fondo – termine certo forte, ma che ne descrive l’effettivo snaturamento, seppur a beneficio di una maggiore notorietà - distanze ridotte, bacini chiusi... tutto per facilitarne la visione”.

Cambia anche il modo di nuotare, la velocità sembra ormai contare più della tattica, dell’essere ‘lupi di mare’ che studiano e sfruttano onde, correnti, venti… Agli ultimi Europei, Arianna Bridi ha usato un mix di entrambe, anche se paradossale resta che una gara di 5 ore venga decisa dal rush finale “E dal tocco, come in piscina”. Perciò non stupisce né la transumanza di nuotatori da vasca verso il fondo, né il fatto che siano sempre più loro i protagonisti da medaglia “Eppure, l’esperienza conta ancora: alle ultime Olimpiadi, sembrava che Wilimovsky dovesse stravincere e invece… E se puntiamo sulla nostra maggiore resistenza, possiamo sfiancare i nuotatori da vasca”. Per le Olimpiadi di Tokyo 2020 la concorrenza sarà agguerrita già in casa Italia e un’impresa qualificarsi “E’ un’epoca di grandi trasformazioni, sicuramente non ci annoiamo. Anche noi ci stiamo già attrezzando e la Fin lavora certamente nel modo migliore, siamo molto forti perché molto organizzati. Il messaggio è sempre quello: ci vuole spina dorsale.

moscarella@swimbiz.it

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