Cielo in finale nei 50m farfalla, ma dal Brasile attaccano: precedente “molto grave e pericoloso”

“E’ bello essere tornato, è come se fossi tornato a star bene, e sono felice di poterlo dimostrare in acqua”. Cesar Cielo prova a ritrovare serenità, al termine della semifinale dei 50m farfalla, chiusa al primo posto in 23''19. "Quel che è successo è passato per me, e non ci voglio più pensare”, ha detto il brasiliano a fine gara.
Ma proprio in Brasile non tutti la pensano così. Ad attaccarlo è Thomaz Mattos de Paiva, presidente dell’agenzia brasiliana antidoping (Anad), contrario alla decisione del Tas che ha semplicemente ammonito Cielo, consentendo la sua partecipazione ai Mondiali di Shanghai.
"Hanno creato un precedente molto pericoloso e grave per la lotta al doping. La pena è assolutamente inadeguata - ha detto Paiva all’agenzia “Jornal Floripa” – Gli atleti si imbottiscono di caffeina e corrono il rischio di prendere qualcosa di contaminato con sostanze proibite. Questo tipo d’imprudenza deve essere punita, soprattutto nel caso di un atleta del livello di Cielo. E’ molto facile che uno si riempia di anabolizzanti e poi di furosemide, e quindi usare come giustificazione il fatto che l’integratore era contaminato”.
Il campione brasiliano era risultato positivo al furosemide, un diuretico, nel corso un controllo antidoping a cui è stato sottoposto nel maggio scorso a Rio. La Fina aveva deciso di ricorrere al Tas, dopo che la Federnuoto brasiliana aveva optato soltanto per un suo richiamo, senza alcuna sospensione. Il Tribunale Arbitrale dello Sport ha optato soltanto per un’ammonizione dell’atleta.
 
sonia arpaia-swimbiz
 

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