Fernando Canales “Ledecky nei 200? Prima deve qualificarsi. Trials duri per chiunque”

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Torna sempre con piacere in Italia. Fernando Canales si allenò a Verona con Marcello Guarducci, Fabrizio Rampazzo, Stefano Corradi, Sabrina Seminatore, Roberta Felotti… Lo invitò Alberto Castagnetti, dopo i Giochi di Los Angeles ’84 “Un maestro, il nuoto italiano è cresciuto tantissimo e dimostra grande ricambio sia tra gli atleti, sia tra gli allenatori. Ho lavorato in Francia, Turchia, Messico... piantando quel che seminò Alberto – ha raccontato a Swimbiz.it, bordo vasca allo Stadio del Nuoto di Roma per il Settecolli – lavorava h24, mentalità da campione che non tutti i tecnici possiedono. Soprattutto, aveva immaginazione. Mentre l’Europa affronta Brexit, da anni la sua Porto Rico discute la possibilità di diventare a tutti gli effetti il 51° degli Stati Uniti d’America. Ma l’area caraibica potrà mai ripetere nel nuoto quel che già ha realizzato nell’atletica? “Sarebbe il momento perfetto per investire in modo profondo”. Negli anni, il nuoto mondiale ha già allargato di molto i suoi confini. Oggi si vedono atleti di alto livello anche in Paesi come Lituania, Singapore, Giamaica “La Fina lavora benissimo nello sviluppo del nuoto nel mondo. Quando nuotavo, era un miracolo se qualcuno ti regalava un paio di occhialini.

Michael Phelps e Bob Bowman (Ap photo)
Michael Phelps e Bob Bowman (Ap photo)

Castagnetti non è stato l’unico ‘maestro’ di Canales. Oggi allena al Pitchfork Aquatics di Phoenix, ma per anni è stato vice di Bob Bowman, mentore di Michael Phelps “Hanno un rapporto unico, mai visto in alcuno sport: sono tecnico e allenatore, sono amici, sono come padre e figlio, sono soci in affari. Phelps è un tipo chuso, nessuno tranne lui e Bowman sa davvero i loro reali obiettivi alle Olimpiadi di Rio 2016 – ma di certo – punta sempre ‘al cielo’, anche fuori dalla vasca. Vederlo un giorno come Presidente degli Usa? Perché no?”.  Ma il vero direttore d’orchestra resta sempre Bowman, dotato di carisma unico tra i tecnici statunitensi “Persino un mostro sacro come Jon Urbanchek, più anziano di lui, ne ha grande rispetto – tecnico a 360° - un allenatore, insegnate, comunicatore, imprenditore…”.  Come Castagnetti “Chiede il massimo in allenamento e, al contempo, non ti fa pesare il lavoro. Ha sempre avuto un occhio di riguardo sia per Alberto, sia Federica (Pellegrini n.d.r.). E così Allison Schmitt – campionessa olimpica in carica dei 200 stile, la gara della Divina – cresciuta ammirando l’azzurra. Come ho visto Federica? La velocità e la condizione fisica sono perfette, ma in lei vedo soprattutto una nuova serenità. Ad oggi, la favorita per la corona olimpica sembra Katie Ledecky, ma guai a dare per scontati  i Trials degli Usa “Prima deve qualificarsi alle Olimpiadi. Se a Omaha arriva terza, è fuori”. Il grande Pablo Morales insegna. Nel 1988, da recordman mondiale in carica dei 100 farfalla non si qualificò per le Olimpiadi. Si ritirò, tornò e nel 1992 conquistò, a sorpresa, prima il pass e poi l’oro olimpico. “Ai trials non è facile per chiunque, Phelps compreso - ma guai a giudicare il ‘Cannibale’ dai risultati recenti(leggi qui)fisicamente è al top, a Austin era distratto perché da molto non vedeva il figlio, nato da poco. Ma ora è focalizzato sulla vasca”.

moscarella@swimbiz.it

 

 

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