Punto Acquatico: Gregorio Paltrinieri, il sole levante del fondo

Il punto acquatico - L'editoriale del direttore Christian Zicche

 

Perseveranza è forza. Mi ritorna questo antico proverbio giapponese nel ripercorrere la lunga storia acquatica del nostro Gregorio Paltrinieri.

Paltrinieri è il frecciarossa di Carpi, il Gregorio Magno del nuoto di fondo che prende il via dieci anni fa da un progetto federale a Ostia, culla di un fondo azzurro che nella stazione dei grandissimi del nuoto italiano non aveva ancora palesato- e forse nemmeno pensato - a un dominio mondiale della specialità.  Nessun passaggio di testimone, nei 1500 mai nessun italiano aveva tanto osato, e poi afferrato. La gloria stava a un passo, per chi come noi aveva intuito il cambio di passo. Il Gregorio giovinetto che afferra prima dei giochi di Londra del 2012 il microfono di Swimbiz- che lo inseguirà con centinaia di salotti acquatici in dieci anni di cronaca - già scalpitava con un motore pazzesco. Un motore fuoriserie, quasi che il Greg fosse stato concepito per fare non bene, ma in modo sublime, quell'andirivieni su e giù per la vasca, in un tornado emozionante lungo un chilometro e mezzo. Londra finì al quinto posto ,una spalla che diede qualche problema prima della finale, risolta magicamente dalle sapienti mani di un fisioterapista e di una tekar che già scaldava le braccia del campione. L’anno successivo, era il 2013 di Barcellona mondiale, fu il bronzo da cui tutto partì. Tre anni dopo a Rio 2016 il trionfo olimpico, e per il medagliere non ci fu più scampo per nessuno. Campione olimpico, mondiale e europeo,forse è mancato un record del mondo per il sigillo planetario.Dettaglio , nel complesso.E dalla vasca dei 1500 che a Tokyo lo presenta come detentore , il sogno attraversa i dieci chilometri più liberi ma anche più emozionanti che ci apprestiamo a seguire in questa Olimpiade dai toni particolari. E’ un’impresa da storia, perché mai nessun italiano nel nuoto ha bissato oro per oro , se non pensando al mito di Klaus Dibiasi dalla piattaforma e dall'acqua che contiene il tuffo più bello di tutti i tempi. Gregorio lo sa, che si nuota per la storia. Anche con quel maledetto virus della mononucleosi che si è intromesso di traverso a tentar di rovinare i programmi, settimane fa. Ma il leone di Carpi sa che quando il sole si leva inizia la lotta. E la perseveranza è forza. Non poteva che essere forse il Giappone il Paese migliore per scendere tra le divinità acquatiche?

Tora! Tora! Tora! Paltrinieri

 

zicche@swimbiz.it

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