Il multiforme sport che insegue le Olimpiadi

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 “Cielo sereno e niente pioggia nel week end della German Cup” racconta a Swimbiz, già primatista del mondo e oro ai World Games 2013 in Colombia, Francesco Bonanni. E le condizioni climatiche ottimali mettono di buon umore come la cascata di medaglie dell’Italsavamento(leggi qui). Come le sue “nelle staffette stile e mista e un oro individuale nei 100 m manichino e pinna (46’’28)”, di cui è molto soddisfatto, “sono tornato a vincere dopo un anno in cui non riuscivo a esprimermi ai miei livelli”. Per l’occasione, “una buona copertura mediatica con tv tedesche e olandesi che facevano interviste e un palazzetto colmo di pubblico”, a testimonianza che all’estero il nuoto per salvamento è più seguito rispetto all’Italia. “Per esempio in Australia e Nuova Zelanda è quasi un sport nazionale: molto sentito, viene trasmesso in tv e i campioni sono come star”. Ad alto livello anche Francia e  Sudafrica; e se cresce la concorrenza “le gare sono più competitive e interessanti per gli spettatori”.  E Francesco lo sa molto bene, essendo un “veterano” in Italia, “il mio sport è in continua evoluzione, visto l’intento di renderlo olimpico. Si cercano nuove formule di gara: prima era più simile al nuoto, con un campione per ogni specialità - maggiore specializzazione - ora si cerca di portare l’atleta ad esser il più completo possibile in tutte le prove”. Cambiano anche le tecniche “prima il manichino si trasportava a rana, ma era molto lento, ora a stile. Poi dallo scorso anno, da quando è stata abolita la squalifica per l’affondamento del manichino, alcuni atleti, ancora pochi, lo trasportano a delfino” come ha fatto lo scorso settembre Simone Procaccia, fissando il nuovo record mondiale nei 100 m trasporto manichino con pinne(leggi qui). Lavori in corso e “molti giovani di talento come Francesco Ippolito - classe 1996, atleta di spicco della Gorizia Nuoto è campione del mondo di Nuoto per Salvamento - che sarà una promessa del salvamento”. E quando Francesco lascerà? "per ora penso a fare l’atleta finché gambe e braccia mi reggono” per poi magari seguire nuovamente le orme paterne (Roberto Bonanni, coordinatore degli sport acquatici alle Fiamme Oro) “mi potrebbe far piacere, però ci sono tante altre possibilità”.
 
ugo@swimbiz.it

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