Riti scaramantici? Si, “due colpi sul petto all’altezza del cuore con la mano destra. Un modo per dirmi: adesso accendiamo il motore e facciamo un po’ di onde”, lo racconta alla rivista For men, lo sprinter fresco del bronzo berlinese nella 4x100, Marco Orsi. Il bolognese doc, “amante dei tortelli alla panna”, che da anni ormai è entrato a far parte del club dei velocisti italiani, composto dal veterano Filippo Magnini e Luca Dotto. “Allenarsi con i migliori, imparare da loro e rubarne i segreti è uno stimolo costante a far meglio. E quando riesci a stare davanti ai ‘signori della vasca’ significa che puoi dire la tua con chiunque”. Difatti, i risultati sono arrivati stagione dopo stagione, con la prima partecipazione alle Olimpiadi di Londra, “di cui mi sono fatto tatuare i cinque cerchi” fino ad oggi, con l’obiettivo più grande delle Olimpiadi di Rio 2016, passando per i mondiali in corta del prossimo dicembre a Doha e quelli in lunga a Kazan dell’estate 2015. Per esser, dunque, definito dagli addetti al lavoro il futuro del nuoto italiano, “mi dispiacerebbe il contrario: amo le responsabilità e per me è uno stimolo a migliorarmi e nel momento in cui le cose vanno male non vedo l’ora di ripartire per fare meglio e dimostrare a tutti quello che valgo”.
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