La crisi del nuoto, l’appello di Annarita Blosi per non sparire: “La politica si prenda le sue responsabilità”

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La partecipazione di Annarita Blosi nell’attività dirigenziale oggi nel nuoto equivale al sorriso della sua foto. Con entusiasmo l’ex atleta azzurra dei 100 stile ha preso la strada del management per aiutare il suo mondo a crescere. Due mandati al Comitato Regionale Fin Lombardia come consigliera, fino a diventare vicepresidente. Oggi è consigliera federale a livello nazionale e pensa che il nuoto sia una scuola di vita. Ecco perché spera che la crisi delle piscine chiuse possa risolversi presto. Rischiano di sparire gli impianti natatori e lo esprime con viva preoccupazione. Come con trasporto parla della questione Cio e Governo. Assurdo pensare che gli atleti italiani vadano a Tokyo senza Tricolore e inno azzurro. Lo sa bene Annarita. Quei colori lei li ha indossati sulla pelle e vorrebbe che i giovani senza nuoto in questi giorni di Covid potessero riprendere la corsia per continuare a crescere come persone. Tifa per il Setterosa e invita ad una gestione collegiale dello sport.

Tutti insieme per il bene del suo mondo. Lei se ne prende cura tutti i giorni, adesso, come consigliera Fin. “Mi era piaciuta l’idea di poter fare qualcosa per il nuoto lombardo. Due mandati come consigliera regionale e un mandato da vicepresidente. Ricordi bellissimi nel nuoto. Sognavo e nuotavo. E’ una bella scuola  di vita, sacrificio, rispetto per regole e avversari e  sano spirito competitivo. Seguo quanto mi è possibile la Nazionale di pallanuoto, abbiamo scalato i vertici e faccio il tifo per le nostre ragazze. La situazione è drammatica. Molte non riusciranno neanche a riaprire, rischia di sparire lo sport di base. Le poche rimaste aperte per l’agonismo sono in perdita. Con l’ultimo Dpcm si va a fondo ancora di più. La politica non ascolta chi ha in gestione le piscine, si eviterebbero un sacco di errori. Olimpiadi: mi auguro che il Governo si prenda la responsabilità di decidere. Lo sport è in attesa di risposte politiche. Le parti si sedessero a tavolo per sgombrare il campo da ciò che con lo sport non centra nulla. Sarebbe assurdo che i nostri atleti gareggiassero senza tricolore. Gestione dello sport in maniera più collegiale, coinvolgendo anche le federazioni”.

giorgi@swimbiz.it

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