Le Olimpiadi di Fioravanti

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 Dall'Australia, giunge la volontà del Presidente del comitato olimpico John Coates di combattere la proposta irragionevole di svolgere le finali di Rio 2016 dalle 22 a mezzanotte per esigenze televisive e dello stesso parere anche la campionessa olimpica Libby Trickett. “Per me è fantascienza: io ricordo che a Sydney (olimpiade 2000 ) si gareggiava alle 19 ed era già un orario al limite” racconta a Swimbiz, l'oro olimpico dei 100 rana Domenico Fioravanti. Tuttavia, “è anche una questione di abitudine: se ai miei tempi mi fossi allenato in altri orari, forse le cose sarebbero andate allo stesso modo”, ovvero come protagonista dell'olimpiade del XX secolo. E da quell'anno, il nuoto italiano è cambiato, “sotto alcuni punti di vista, in meglio: più attenzione dei media, degli sponsor che hanno cominciato ad investire molto sui nuotatori, basti guardare Federica Pellegrini; invece dal punto di vista dei risultati si fa più fatica: non è cosi semplice vincere 6 medaglie in un' olimpiade come successe a noi. Però, ci sono nuove leve dalla prospettive interessanti e vedremo da qui a Rio se riusciranno ad emergere a livello internazionale”. Le olimpiadi, invece, “hanno mantenuto sempre una buona organizzazione: io sono stato un inviato Mediaset di Atene 2004 e della Rai a Pechino 2008” e per Rio 2016 “mi piacerebbe, perche mi permette di stare a stretto contatto con il mio ambiente, che ha rappresentato tantissimo nella mia vita” e continua ad esserlo con la creazione di un'azienda di costumi, la Akron. E un'olimpiade in Italia in questo momento storico, contrassegnato dalla crisi economica? “Ho letto la proposta di una città italiana per il 2024: momentaneamente sarebbe un rischio dovuto alle eccessive difficoltà nell'organizzazione. Forse tra 10 anni, con un risollevamento del Paese si potrebbe pianificare una bella olimpiade”.
 
ugo@swimbiz.it

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