L’importanza di chiamarsi Posillipo

Copyright foto: cn posillipo

La pallanuoto onora l’Italia tra vittorie mondiali, europee e olimpiche che hanno comportato una grande audience televisiva per la nazionale che, si spera, si ripercuota positivamente sul campionato italiano. Allora la pallanuoto saprà svilupparsi e diventare anche business? A Swimbiz Bruno Caiazzo, Presidente del Circolo Nautico Posillipo e consigliere federale FIN “La pallanuoto è già più tecnica del nuoto, quindi meno di massa, e gli impianti hanno dalle spese notevoli”. Sugli impianti montabili, col Ct del Settebello Sandro Campagna tra i sostenitori(leggi qui) “Ottima soluzione per un evento, poco applicabile per una stagione. Un paio d’anni fa proposi di fare gli assoluti estivi di nuoto a Via Caracciolo, il lungomare di Napoli, su 2-3 giorni, con le piscine mobili”. Sul campionato “C’è un ampio divario tecnico tra le prime 4-5 squadre e il resto; così si perdono spettacolo e pubblico. Dal 2005 abbiamo perso la leadership dovendo competere con squadre troppo forti sul mercato”. Ma contribuisce alla brand image del Circolo “Il successo agonistico: i ragazzi sono entusiasti di appartenere al Posillipo. Se un club come il Recco poggia su grosse sponsorizzazioni, la nostra forza è il vivaio: uno dei più forti d’Italia, una tradizione, come la Canottieri Napoli ”. Modello cantera, il settore giovanile del Barcellona calcio. Sugli sponsor “Abbiamo piccoli partner locali più affezionati all’evento, come l’Europa, che alla squadra. La pallanuoto è un ibrido quasi-professionisti-dilettanti: abbiamo lo statuto di Circolo e molte società sono Asd senza fine di lucro. Al 90% le nostre partite sono gratuite, tranne in Europa per obbligo”. La Fin punta sulla tv “Ma per buone inquadrature servono telecamere costose, spesso emergono solo le teste - e la piscina Scandone ha ospitato – eventi con clown e spettacoli di nuoto sincronizzato, che portano coinvolgimento, ma non puoi farlo sempre. Ma il tifoso napoletano vuole stare in cima: se vinci, crei interesse anche senza eventi”. Altra difficoltà “Otto partite in dodici giorni, magari in contemporanea o a un giorno dai match del Napoli calcio – e una sinergia pallanuoto-calcio? – ci abbiamo provato, senza successo: se porti un calciatore, si blocca la piscina. E il gemellaggio è impraticabile, sono tipi diversi di tifo”. L’investimento è nella comunicazione “Per arrivare ai giovani, abbiamo creato un profilo Facebook e potenziato il sito con video e contenuti, passando da 1000 a 12.000 utenti. Ma studiamo come sfruttarli al meglio”.
 
Clicca qui per la II e ultima parte dell'intervista di Swimbiz a Bruno Caiazzo
 
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