Michele Garufi: la mia medaglia professionale, una lezione di nuoto

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Michele Garufi agli Assoluti di Livorno, 1973

La ricerca segue le stesse leggi del talento “Spesso non cresce nei grandi centri da migliaia di persone” spiega a Swimbiz.it Michele Garufi, ex dorsista e oggi imprenditore nel settore della ricerca farmaceutica. Una buona idea, come il talento, va però coltivata. E come capita che i nuotatori italiani si muovano all’estero in cerca d’impianti od opportunità “Così io dovetti cercare investitori in Francia quando nel ’96 io e alcuni soci fondammo l’azienda Nicox”. Collocandosi, tra l’altro, in un formidabile polo natatorio tra Nizza – sede di ricerca e sviluppo anche per aziende di swimwear, come la genovese Aqua Sphere – e Antibes, dove ieri nuotava Alain Bernard e oggi Damien Joly. Garufi, però, ha voluto mantenere il centro pensante dell’azienda nella sua Milano, con un team italiano, riportando in Italia anche alcuni ‘cervelli in fuga’. Quella Milano dov’è cresciuto come atleta, dove oggi è in prima linea nel chiedere sostegno per il nuoto:

 

 

23 dicembre 1972. Michele Garufi, Alessandra Finesso e Riccardo Targetti, primi nazionali della Nuotatori Milanesi, all’inaugurazione della piscina di Rozzano Impianto intitolato al padre di Targetti.

Per sviluppare e brevettare un farmaco, servono 10-12 anni. Praticamente una carriera agonistica. E come nello sport, capita che dopo una vita di allenamenti si sbagli proprio il tocco sulla piastra in finale, e si debba ricominciare tutto “All’ultimo momento, la Food&Drug Administration non ci approvò il prodotto e dovemmo ripartire da zero”. E qui il nuoto entra in gioco, perché da atleta Michele imparò quanto la perseveranza conti nella vita. Lo imparò nel modo peggiore. Nel ’72, deluso dalla mancata qualificazione alle Olimpiadi di Monaco, smise di allenarsi e così, quando arrivò un’inaspettata, ultima possibilità di nuotare il tempo limite, lui non arrivò pronto all’appuntamento.

Stavolta Garufi e il suo team non si sono arresi e, dopo 12 anni di lavoro, hanno sviluppato una molecola data in licenza al colosso Bausch & Lomb e hanno lanciato quello che oggi è considerato il miglior prodotto per il trattamento di glaucoma e ipertensione oculare. E’ la prima volta che negli Usa viene approvato il prodotto di una società biotech francese (dall’anima italiana)“E’ come vincere le Olimpiadi per noi, è una medaglia professionale - commenta l’ex dorsista – e la ‘famiglia del nuoto’ si ritrova: il direttore medico che ha sviluppato con noi il farmaco è cugino di quella Giovanna Scassellati che ai miei tempi fu campionessa italiana di mezzofondo”. Sempre lì si torna. Al nuoto, e a quello che t’insegna per tutta la vita.

moscarella@swimbiz.it

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