Park, riparto a spese mie

Nonostante un oro a Shangai e due argenti a Londra, gli sponsor sembrano non credere più nel coreano Park che, per il suo atteso ritorno in vasca, dovrà pagarsi da solo tutte le spese del caso. Strana storia quella di Tae-hwan Park, costretto sempre a dover dimostrare il proprio valore, nonostante un talento cristallino e, a vederne il fisico minuto, a tratti inspiegabile. Sei anni fa arrivò in punta di piedi a Melbourne e si ritrovò a dover dribblare, come l’omonimo calciatore, la stampa di mezzo mondo, dopo essersi lasciato alle spalle l’idolo di casa Grant Hackett. L’Australia gli dev’essere rimasta nel cuore, perché dopo i deludenti Mondiali del 2009 è proprio da quell’immensa isola che è voluto ripartire, sotto la guida di coach Michael Bohl. Lo stesso Bohl dichiara che vuole prima vedere di persona Park in allenamento e verificarne i primi risultati, prima di riprenderlo sotto la propria ala. Niente di nuovo per il piccolo grande asiatico, ormai si è abituato a dover rompere la cortina d scetticismo che lo avvolge da una vita.
A pochi km di distanza, in Nuova Zelanda, ecco un altro che ha dovuto dimostrare troppo a lungo qualcosa agli altri: coach Mark Regan, l’uomo dietro all’oro e al bronzo di Lauren Boyle a Istanbul. Frustrato e stressato per via del precedente contratto a gettone mese per mese, ora ha finalmente firmato un accordo stabile con la federazione neozelandese. Giusto in tempo, perché proprio in questi giorni s’insedia ufficialmente nel ruolo di high performance director Luis Villanueva, uomo chiave per gli exploit della Belmonte Garcìa, per un rinnovamento totale dello staff dei kiwies che, sperano, ridarà lustro a una nazionale dopo diversi anni di basso livello.
 
moscarella@swimbiz.it

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