Abby e la maratonacqua: Cuba-Miami in 38 ore

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“In fondo non è nulla di eccezionale, solo un po’ d’acqua e qualche piccolo pesce gelatinoso!”, questo il candido commento di Abby Nunn dopo 105 miglia oceaniche, 38 ore e 6 minuti, migliaia di bracciate. Da L’Havana a Miami, da Cuba agli Stati Uniti, senza frontiere, solo il mare poteva concederle il lasciapassare. Abby, 21 anni, studentessa a Yale e ora al primo anno di medicina, è riuscita laddove la record-woman del fondo americano Diana Nyad ha fallito più e più volte. Una preparazione cominciata in giugno, 12-14 ore di allenamento quotidiano, fino alla partenza per una “vacanza” sulle spiagge della Florida molto particolare. Ha dovuto imparare a tener testa alla tachicardia, al mal di mare, al buio, alla noia, imparando a “dormire” nuotando. “Molti contano le pecore, io contavo i lamantini”. A parte gli scherzi, Abby ha naturalmente ammesso che è stata dura: “Un viaggio tremendo, mi sentivo male continuamente e prendere il Dramamine (un farmaco contro la nausea, ndr) ogni ora non era certo piacevole”. Tuttavia all’arrivo si è velocemente ricomposta, ha bevuto un mojito e ha cercato di sminuire se stessa ritenendo più difficile scalare l’Everest con un vecchio paio di Converse piuttosto che fare una nuotata un po’ più lunga del consueto. Anche Diana Nyad si è tolta il cappello davanti a questa “epica performance”, pur volendo precisare come Abby sia stata in qualche modo graziata dalle creature marine che invece fecero abortire i suoi sforzi. La ragazzina coraggiosa, già vincitrice della traversata di Manhattan, pensa al prossimo mare da violare, quello che circonda l’Irlanda. Deve solo decidere se nuotare in senso orario o anti-orario.
 
caminada@swimbiz.it

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