Ancora veti ad atleti israeliani: Barelli “Odiosa discriminazione antisemita”

Copyright foto: Deepbluemedia

Il nuoto non è purtroppo stato esente da episodi del genere, ricordando la famigerata “bandiera bianca” che nel 2013(leggi qui) accompagnava in grafica gli atleti israeliani durante le tappe di World Cup di Doha e Dubai, e il loro Paese di provenienza non era neppure annunciato dagli speaker locali. Ora, la triste notizia del divieto agli atleti israeliani di partecipare ad eventi sportivi in Malesia non ha lasciato indifferente il Presidente Fin e Len Paolo Barelli - in foto col compianto Premio Nobel Shimon Peres - che ha rilasciato il seguente comunicato:

"Apprendo con sconcerto, ritengo inaccettabile e condanno fortemente il divieto imposto agli atleti israeliani di partecipare ad eventi sportivi in Malesia. Mi sento colpito come Presidente della LEN, la Lega Europea di Nuoto, di cui la Federazione Israeliana è membro; come presidente della Federazione Italiana Nuoto, che ha sempre rifiutato e contrastato ogni discriminazione di qualsiasi genere, etnica, linguistica, di religione e di sesso come prescrive fin dall'origine la Carta Olimpica e come appartiene all'essenza dello sport; come parlamentare della Repubblica Italiana che ugualmente pone la tolleranza alla base dei diritti civili. Come uomo ed ex atleta olimpico che ha sempre ritenuto lo sport un ponte e non un muro, uno strumento di fratellanza e rispetto a prescindere da razza, religione, usi e costumi. Questa odiosa discriminazione antisemita, in un momento in cui è sotto gli occhi di tutti il rigurgito di sentimenti che speravamo fossero per sempre scomparsi, è particolarmente da combattere. Lo dimostrano anche recenti episodi di cronaca che purtroppo hanno portato nuovamente all'attenzione generale momenti di violenza originati da minoranze, ma non per questo insignificanti frange. Lo sport è sempre stato in prima fila nella lotta all'intolleranza, votato alla pacifica convivenza, all'integrazione; è riuscito dove molti avevano fallito, come ha potuto di recente l'azione del Comitato Internazionale Olimpico nel tentativo di avvicinare le due Coree che, sempre più spesso, si presentano nelle grandi competizioni mondiali con una squadra unificata. Dobbiamo tutti insieme continuare ad opporci ad azioni di chiusura, non dobbiamo cedere a nessuna prevaricazione; lottare affinché i sacrosanti principi dello sport non vengano stracciati in questa come in tutte le altre occasioni. Credo che dal punto di vista dello sport, l'intervento del CIO e delle Federazioni mondiali e continentali sia indispensabile, insieme con eventuali azioni di diplomazia politica"

Ancor più triste pensare che tra pochi giorni in tutto il mondo saranno ricordati gli orrori dell’Olocausto. Segno che il passato non ha insegnato nulla.

moscarella@swimbiz.it

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