Anthony Ervin si unisce alla “protesta degli inginocchiati”

Copyright foto: Satiro Sodrè

A prima vista, forse in pochi direbbero che Anthony Ervin possa avere origini afro-americane. Merito del padre, peraltro veterano del Vietnam. Per questo, la sua decisione di unirsi alla “protesta degli inginocchiati” durante l’inno statunitense, lo scorso week-end al meeting brasiliano Raia Rapida dov’era impegnato anche un manipolo di atleti italiani – riguarda un tema che lo tocca da vicino. Tutto è partito partita dalla Nfl, la lega professionistica statunitense di football americano, che ha visto un numero crescente di giocatori inginocchiarsi durante l’inno nazionale per protestare contro le violenze della polizia verso gli afroamericani.

Nelle settimane passate, la protesta ha trovato la solidarietà di alcuni cestisti della Nba e la polemica ha persino coinvolto il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che si era duramente espresso contro il gesto. Ervin, tuttavia, ha voluto specificare su Twitter che “Il punto è salvare le vite e riconoscere le ingiustizie. Tutti noi abbiamo il nostro campo. Io sono un nuotatore”. Inizialmente ripreso da Globoesporte, il gesto di Ervin ha poi fatto il giro del mondo (Agence-France Press, L’Equipe, Marca…) sia per il suo status di fresco campione olimpico, sia perché tra i pochi sportivi esterni alla Nfl che hanno sin qui abbracciato la protesta.

moscarella@swimbiz.it

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