AUDIO Ansie da atleti e i Giochi al tempo del Corona: che si fa col Villaggio Olimpico?

Una stanza del Villaggio Olimpico di Tokyo 2020
Luca Giustolisi, psicologo ex bronzo olimpico '96 col Settebello

La testa conta tantissimo. Una delle frasi oggi più comuni nello sport. Ma quasi sempre si riferisce alla sola prestazione sportiva all’atleta, mai alla persona. Un modo d’intendere la psicologia sportiva rischioso. L’ex pallanotista azzurro e oggi psicologo Luca Giustolisi a Sport Academy, Radio Cusano Campus, sottolinea come durante la carriera agonistica si rischino di seppellire per anni problemi o lati di sé che verranno fuori dopo il ritiro. Dagli effetti psicologici potenzialmente devastanti. Non esiste barriera contro il rischio di depressione, né il raggiungimento dei propri obiettivi sportivi né fama o successo, spiega il bronzo olimpico ’96. E Michael Phelps ne è un esempio lampante(leggi qui).

A proposito di questioni psicologiche, forte è la paura per il Coronavirus. Il Presidente del Cio, Thomas Bach, ha categoricamente rifiutato l’ipotesi di cambiare sede. Più in generale, fa notare il Direttore di Swimbiz.it Christian Zicche, ospite della trasmissione condotta fa Max Cannalire, una situazione abitativa particolare come un Villaggio Olimpico, che concentra le delegazioni in un unico luogo, obbliga a porsi delle domande. Ad ogni modo, oltre alla messa in sicurezza degli atleti che gareggeranno a Tokyo, un lavoro supplementare spetterà proprio agli psicologi, che dovranno impedire che l'eventuale paura del contagio possa in qualche modo inficiare la prestazione:

 

moscarella@swimbiz.it

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