Australia, un Paese con dipendenza da nuoto

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Alle prime Olimpiadi dell'era moderna, 120 anni fa, non presentò nuotatori. Ma da quel 1896 a oggi, l'Australia ha portato a casa dal nuoto il 42% degli ori olimpici, il 42% degli argenti e il 36% dei bronzi, che sommati costituiscono il 39% delle medaglie olimpiche vinte dal Paese. Sono i dati dal Sidney Morning Herald, che più di tutto sintetizzano "La storica dipendenza dell'Australia dalla vasca" usando le parole del quotidiano. Le Olimpiadi di Melbourne nel 1956 coincisero con l'inizio della diversificazione economica del Paese. Meno efficaci furono i tentativi di diversificare gli sport. Nonostante la crescita di alcune discipline - restando in ambiente acqua, basti pensare alla pallanuoto o all'investimento in tecnici stranieri nei tuffi - il nuoto mantiene la sua dominanza, tra risultati, praticanti e appassionati.

Questo spiega, ad esempio, perché il nuoto non sia così rilevante nell'Australian Insitute of Sport della capitale, Canberra - campus direttamente legato al governo tramite l'Australian Sports Commission - né per i fondi governativi a esso collegati. Semplicemente, il nuoto non ne ha bisogno - anche se i contributi ricevuti ammontano a ben 8 milioni $ - perché già ampiamente sostenuto dai singoli Stati (l'Australia è uno Stato federale) e con la maggior parte dei top swimmers concentrati a Brisbane.

Cameron McEvoy, velocista australiano (Getty)
Cameron McEvoy, velocista australiano (Quin Rooney)

Certo, non è tutta rose e fiori per i nuotatori australiani, pensando ai grandi del passato remoto e recente che nel post carriera hanno attraversato disagi psicologici, problemi economici o persino giudiziari(leggi qui). Forse anche l'enorme pressione, passionale, storica e algebrica, del medagliere olimpico ha contribuito all'insorgere di tali disagi. Lo stesso Magnussen confessò di non aver avuto il coraggio di uscire di casa per mesi, dopo la delusione dell'opinione pubblica per il 4° posto della 4x100 stile a Londra 2012. Anche per questo, Cameron McEvoy a Rio sacrificherà i 200 stile per far bene in staffetta(leggi qui). Anche per questo, nessuno di loro marcerà alla cerimonia d'apertura, preferendo risparmiare ogni stilla d'energia per le gare.

moscarella@swimbiz.it

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