Berbotto, guardo il nuoto italiano…sulla cresta dell’onda

Copyright foto: Swimbiz

Sono le 20.30 o giù di lì a Byron Bay, un paradiso naturale da cartolina, quando risponde su Skype. L’unico orario possibile, perché in casa comanda un altro “A quest’ora non rischio di disturbare il bimbo” spiega David Berbotto a Swimbiz. Perché quando si parla d’italiani all’estero, anche la famiglia ha il suo peso, come i sogni “Col nuoto hai solo un assaggio del mondo, senza gustarlo – e a fine carriera, un crescendo fino all’oro e record europeo in 4X200 a Budapest 2006 – mio fratello mi aprì la possibilità dell’Australia e fu subito amore”. S’avvicina il “sesto anniversario. E l’Italia non mi manca mai – beh, quasi mai – mi rode quando vedo foto di mozzarelle (ride)”. Vero emigrante, ha fatto un po’ di tutto, è anche pool manager di una piscina “Ci sono talenti, ma qui il mare si porta via tutto: sale l’onda e tutti in spiaggia a nuotare, fare kayak – e ovviamente – surf. Mi attirò dalla prima volta che l’ho visto dal vivo. E’ difficile imparare, ma se Corrado Rosso vedesse che dedizione ci ho messo..”. Già, perché in LaPresse “Eravamo dei ‘soggetti’, ma lui è un tecnico unico: veniva a prenderci a casa, quando non avevamo voglia di allenarci”. Non pensava all’estero “Perché non potevo immaginare il nuoto senza Rosso. Ma certe decisioni dipendono dagli atleti: l’estero è una buona scelta per chi non ha radici in una squadra. O per scaricare un po’ di pressione: non hai le stesse attenzioni e aspettative attorno”. Con l’arrivo di Laure Manaudou a LaPresse(leggi qui) “Successe un po’ di tutto. Paolo Penso fece un ottimo lavoro da direttore sportivo, ma non capivo il trambusto attorno a lei: mi sembrava una ragazza come tante”. Iniziava l’era del nuoto mediatico in Italia, che oggi Berbotto trova “Un po’ infighettito, ma sempre ricco di talenti e risultati”. Un accenno alla 'sua' 4X200 “Spiace si sia persa la tradizione, ma non si può sempre stare al vertice – e a un mezzofondo che lo esalta – il 14’34”56 di Hackett è il tempo che m’impressionò di più in carriera, perciò quando ho letto di Paltrinieri (14’39”93) a Berlino… è fantastico che un italiano abbia fatto un tempo del genere” ed è ora dei saluti. C’è un figlio che chiama a gran voce il suo papà.
 
moscarella@swimbiz.it  

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