Chiarabini e Marconi, un’altra rinascita per le Olimpiadi

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Andrea Chiarabini e Maria Marconi, l’altra faccia dell’Europeo dell’Italtuffi. Problemi alla schiena per entrambi e competizione finita prima ancora di cominciare. Uno sfortunato trait d’union fra due storie e carriere diverse. Ma caratterizzate entrambe da momenti difficili, da cui i due protagonisti hanno saputo rialzarsi. E che potranno ancor convergere alle Olimpiadi di Rio de Janeiro.

Andrea Chiarabini e Fabrizio De Angelis
Andrea Chiarabini e Fabrizio De Angelis

“Per Andrea dovrebbe essere stata solo una forte contrattura, dopo l’ultima giornata di allenamenti prima degli Europei – spiega a Swimbiz.it Fabrizio De Angelis, tecnico del ventunenne Chiarabini – tuttavia era molto dolorosa, non gli permetteva di saltare. E i suo tuffi più impegnativi richiedono una perfetta forma fisica”. Insieme, il duo ha dimostrato in passato grande resilienza, capacità di reagire alle difficoltà. Sia sul pano fisico, sia nel riprendere consapevolezza dei propri mezzi(leggi qui) “Anche le Fiamme Oro ci sono state vicine, mettendolo nelle condizioni di riemergere. Proveremo a ripetere la ‘terapia’. E dalle brutte esperienze spesso nasce qualcosa di positivo. Ad esempio, l’assenza forzata di Chiarabini è coincisa con la bella prova di Giovanni Tocci dai 3 m “E questo fa ben sperare per il loro sincro, anche se la gara europea sarebbe stata utile per testare la loro ‘tenuta’ in finale”. E del ‘suo’ Europeo, De Angelis sicuramente salva Maicol Verzotto “Ragazzo sempre serio e professionale, che anche in sincro si adatta bene con tutti: Tania Cagnotto, Noemi Batki, Francesco Dell’Uomo…”. Proprio la mancata 4° Olimpiade di Dell’Uomo “E’ il mio unico rimpianto di questo ciclo olimpico. La meritava e ne era all’altezza, la sorte non è stata con noi. Ma è anche il bello dello sport: non si può tornare indietro e rifarei tutto quel che abbiamo fatto in questi anni”.

Domenico Rinaldi
Domenico Rinaldi

Quella di Maria Marconi “E’ stata un’infiammazione alla zona lombare – spiega Swimbiz.it il suo allenatore, Domenico Rinaldiin passato fece un’ablazione al cuore, ma fu toccato un nervo e il muscolo della gamba sinistra iniziò a crescere meno, per mancanza d’impulsi” . Il corpo ‘compensa’ poggiando più sulla destra e sul bacino “Ma questo crea scompensi a lombi e schiena”. Maria potrà presto tornare ad allenarsi “Valutando che lavori fare - e se a Rio arrivasse in forma – a 32 anni potrà far valere la sua esperienza, salire dai 330 punti circa di quest’anno a 340-350”. Piscina scoperta “Sarà una finale strana: le atlete esperte si adattano a tutto, le più giovani subiscono vento e freddo – difficile fare pronostici - ma, dietro alle cinesi, vedo solo Jennifer Abel come vera concorrente per Tania. Meno esperta, più potente”. Trampolino femminile ‘standardizzato’, in evoluzione al maschile Michele Benedetti ha fatto un po’ il percorso di Nicola Marconi. Per chi punta sulla potenza, diventa ostico fare tuffi ad alto coefficiente quando, con l’età, la forza inizia a calare. Diventi più ‘conservatore’ sul programma, ma punti sull’esperienza”. Se Rinaldi guarda a questi quattro anni “Mi spiace per la mancata seconda Olimpiade di Tommaso. E’ nell’età ideale, 25 anni, e ha sempre messo il massimo impegno. Forse abbiamo iniziato tardi a potenziare il programma, ma amo essere graduale: l’atleta deve avere certezze, prima di alzare l’asticella. Altrimenti tuffarsi, da passione, diventa una paura – d’altra parte – inserire novità sarà uno stimolo in più nel prossimo quadriennio”. Lo sport come una famiglia, in senso letterale “Quello di padre-allenatore non è mai un ruolo semplice. Eppure dal 2000 portare alle Olimpiadi i tuoi figli, naturali e acquisiti senza distinzione, e condividere qualcosa quotidianamente, anche con la madre… è qualcosa d’impagabile, che non cambierei con nient’altro”.

moscarella@swimbiz.it

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