Contrattacco Efimova: chiede sospensione laboratorio Salt Lake City per irregolarità

Copyright foto: Getty Images

L'incipit della lettera
L'incipit della lettera

I siti specializzati di Stati Uniti e Regno Unito mettono oggi in evidenza la convocazione di Yulija Eimova  nella nazionale di nuoto olimpica della Russia. Campionessa mondiale in carica nei 100 m rana, Efimova attende la decisione del Doping Panel della Fédération Internationale de Natation riguardo alla sua positività al Meldonium(leggi qui), antischemico da quest’anno nella lista proibita dell’antidoping. Ma la ranista passa al contrattacco e in una lettera - condivisa anche sul suo profilo Facebook - all’agenzia mondiale antidoping (Wada) e all'International Olympic Committee (Ioc) chiede la sospensione del laboratorio antidoping statunitense di Salt Lake City per irregolarità.  Dal 15 febbraio al 5 marzo, spiega, è stata testata cinque volte dall’antidoping: in quattro casi è risultata positiva al Meldonium, ma in un test del 2 marzo l’esito fu negativo. L’11 aprile 2016, la Wada ha introdotto la famosa soglia di tolleranza. Vista l’incertezza sui tempi di permanenza del Meldonium nell’organismo, quindi se assunto prima o dopo il 1° gennaio 2016, la Wada ha introdotto la famosa soglia di tolleranza. Vista l’incertezza sui tempi di permanenza del Meldonium nell’organismo, quindi se assunto prima o dopo il 1° gennaio 2016, la Wada ha stabilito che una quantità di Meldonium inferiore a 1 microgrammo non comporta sanzione.

Le richieste di Yulija Efimova alla Wada
Le richieste di Yulija Efimova alla Wada

“Il 13 aprile, Efimova ha chiesto alla Fina che fosse rimossa la sospensione temporanea, poiché tutti i campioni avevano una concentrazione di Meldonium inferiore” si legge nella lettera. La Fina inizialmente rifiutò, per poi acconsentire il 20 aprile, e tuttavia ha sottoposto Efimova la giudizio del Doping Panel, il cui responso non è ancora stato pubblicato. Intanto, l'allenatore americano Dave Salo le comunicò la fine del loro rapporto professionale. La ranista chiese anche al laboratorio di Salt Lake City come fosse possibile che un test antidoping, ‘in mezzo a quattro positivi’ risultasse negativo. “Il 3 giugno 2016 la Fina, con una lettera dell’Usada – agenzia antidoping statunitense – informava Yulija Efimova che il laboratorio accreditato Wada di Salt Lake City “ha modificato l’iniziale report sul risultato (del test n.d.r.), e riportato che il test A contiene Meldonium. Basandosi su quelle che la Efimova chiama ‘azioni incaute’ da parte del laboratorio e in violazione dell’Internationl Standard for Laboratories, la ranista ha chiesto alla Wada la sospensione immediata del laboratorio e un’indagine su larga scala. Intervistato da Swimbiz.it, il medico sportivo Antonio Fiore, capo della Commissione Medica della Federazione Internazionale di scherma (Fie), spiegò come quello del Meldonium sia un problema giuridico(leggi qui), nato “Dall’impossibilità, ad oggi, di stabilire i termini di permanenza di questa sostanza nell’organismo, cioè se fosse stato assunto prima o dopo il 1° gennaio – pertanto – il rischio era di vedere nei prossimi mesi centinaia di diatribe legali, da parte degli atleti, contro eventuali sanzioni e squalifiche”.

moscarella@swimbiz.it

In allegato, la lettera completa di Yulija Efimova alla Wada e all'Ioc: Clicca qui per l'allegato

 

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Telegram