Corrado Rosso “Io e Bowman qui per una rivoluzione culturale”

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Nella giornata di ieri, Bob Bowman ha dato a Corrado Rosso un unico consiglio: allargare il suo gruppo da 70 a 100 atleti circa "Aumentando gli assistant coach da 3 a 6-7. In Turchia, però, il nuoto non attira e c’è una fretta eccessiva: ci sono allenatori che mollano dopo un giorno, perché ritengono troppo lungo e complesso il mio programma”. C’è poi la barriera linguistica “Pochi parlano inglese. Io ho preferito imparare il turco per essere più diretto” scelta comune ad altri allenatori, come Silvia Pirchio. Le cose non migliorano nella capitale “L’entourage di Bowman mi ha fatto intendere che si sia trovato meglio qui a Kayseri che a Istanbul: siamo l’impianto migliore, ma c’è anche il problema del direttore tecnico che non riesce a farsi seguire dagli allenatori”. Una sensazione di dejà vu “Accade in tutto il mondo, è vero, ma credo che in Italia siamo un po’ meglio. Negli ultimi anni abbiamo, però, messo da parte patrimoni di allenatori, una volta che il loro top swimmer di riferimento concludeva la propria carriera”. E qui sta la differenza tra l’attuale incarico di Rosso “E quello di un Morini, per esempio: lui allena ragazzi dal talento già espresso, per portarli al massimo. Io sto lavorando da zero per trovare e costruire atleti”. La meta dichiarata sono le medaglie a Tokyo 2020, ma ”In realtà io e Bowman siamo qui per una rivoluzione culturale” cioè rendere 'di moda' il nuoto in Turchia. Come un giardino d’inverno, in cui germoglieranno semi fino ad ora intorpiditi da condizioni proibitive.
 
moscarella@swimbiz.it

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