Doping. Se la vicenda di Park assume tratti grotteschi…

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Già il fatto che fossero stati i suoi stessi manager a dare la notizia ai media, era curioso. E l'agenzia GMP, a scudo del proprio protetto, l'ex oro olimpico e mondiale Park Tae-Hwan, aveva subito dichiarato che la causa di quel test antidoping positivo fosse da addebitare a un'iniezione in ospedale(leggi qui), durante un trattamento chiropratico. Ora, l'Associated Press riporta alcuni aggiornamenti dai media coreani. Anzittuto, la sostanza sarebbe testosterone. Inoltre, dall'ospedale affermerebbero di non essere stati a conoscenza del fatto che il testosterone fosse parte della lista proibita della Wada. Per questo, il medico che ha effettuato l'iniezione avrebbe rassicurato il titubante Park sul fatto che la siringa fosse clean. Con le nuove regole internazionali, in vigore dal 1° gennaio di quest'anno(leggi qui), il coreano rischierebbe comunque una pena di due anni di squalfica; il mese prossimo, comparirà davanti alla Fina. Intanto, il quotidiano brasiliano Folha de S. Paulo lancia l'allarme sul numero di casi doping nel nuoto verde-oro. Da SporTV, canale del gruppo Globo, risponde Eduardo De Rose, medico membro della Wada "Non è un numero eccessivo, pensando ad altri sport: venticinque in quindici anni, una media di 1.5 all'anno" e si è detto ottimista che Gomes Junior, il più recente caso di positività all'antidoping(leggi qui), se la cavi con un'ammonizione (ma il Brasile perderebbe comunque i tre ori mondiali di staffetta).
 
moscarella@swimbiz.it

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