E lo aspettavano in Argentina…

Quasi un anno di lavoro, per un evento che si prospettava unico, messo a repentaglio da una sbandata. Non il solito clinic da ‘nuoticchia, mostra i muscoli e scappa’ ma “Un rapporto stretto di Michael Phelps con l’Argentina – commenta a Swimbiz Luis Alberto Laera, ex Azzurro italo-argentino ora imprenditore e organizzatore dell’evento, in collaborazione con Phoenix Entertainment (una delle più note etichette musicali e di organizzazione di eventi in Sudamerica) – ma quando ci apprestavamo all’annuncio ufficiale, è arrivata questa spiacevole sorpresa(leggi qui)”. Phelps avrebbe vissuto tre giorni densi d’impegni a Buenos Aires dal 27 al 29 ottobre “Dall’incontro col sindaco di Buenos Aires, Mauricio Macri, uomo di sport (ex Presidente del Boca Juniors) che gli avrebbe consegnato le chiavi della città, al colloquio privato con i nazionali argentini, normo e paralimpici, per raccontare la sua esperienza – e ancora – un viaggio all’interno della Patagonia, in un evento pensato per rilanciare il turismo della regione”. E poi cene di gala, dimostrazioni in vasca “Ma nuotando un 200 misti di alto livello, non per pura esibizione - fino al momento culminante, l’homenaje (omaggio) - in cui si sarebbero ripercorse le tappe salienti della sua carriera, inoltre avrebbe incontrato un giornalista argentino e Paolo Pecora, psicologo noto nell’ambiente sportivo”. Phelps è uscito di prigione, la cauzione è stata pagata “Ma c’era un contratto firmato, e molto puntiglioso perché il suo staff l’ha voluto così, pertanto pieno di penali – in questo momento i legali da ambo le parti discutono, con la speranza di salvare l’evento (comprensivo anche di un clinic in Cile), spostandolo ai prossimi mesi – a noi interessa salvaguardare i rapporti con l’atleta, anche se vogliamo uno sportivo che trasmetta dei valori”.
 
moscarella@swimbiz.it

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