Fioravanti, elogio dell’incoscienza

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Lo sguardo spesso rifugge quello degli altri, quasi a visualizzare mentalmente i suoi pensieri. Ogni risposta è ponderata, ogni frase pacata, ma sicura. “Quasi non volevo andare a Sidney, mi convinse il Ct Alberto Castagnetti – dirà sul palco Domenico Fioravanti – non avevo una grande autostima, vedevo la finale come un’impresa". Iniziò a nuotare per un fisico gracile e una cronica scoliosi. Arrivò all’oro olimpico, primo azzurro a riuscirci e primo in doppietta 100-200 rana “A Sidney 2000, gli italiani erano outsider - ricorda a Swmbiz.it – a Rio 2016, si spera nelle medaglie di Gregorio Paltrinieri, Federica Pellegrini, 4x100 stile uomini. Sono cresciute le aspettative, ma fare pronostici a un’Olimpiade è difficile. La finale è già un traguardo”. Il segreto, forse, è non pensarci “Prima della finale, Castagnetti mi disse solo ‘Fa come hai sempre fatto’. Strano a dirsi, per me lì per lì fu una gara come tutte le altre”. Per rivedere la rana azzurra a quegli apici “Serve pazienza, il livello si è alzato molto. Mettiamo un mattoncino dopo l’altro. E incoscienza: si dice che i ranisti siano un po’pazzi”. Le sfide che fanno paura sono altre “L’inserimento nel lavoro è il peggiore lato dello sportivo. Ancor più dura se eri atleta di grande livello: cambia il modo in cui le persone ti approcciano”. Oggi Fioravanti testimonia la sua esperienza nel marchio di costumi Akron al seminario EduCare Sport, voluto da Coni e BNL Gruppo BNP Paribas per orientare gli ex atleti. Transizione dal forte impatto psicologico, non a caso media il seminario la psicologa Marisa Muzio, ex nazionale di nuoto. “Innovate, anticipate i tempi” consiglia Alessandro Bacilleri, responsabile sviluppo commerciale del Gruppo. “S’inseriscono nella società persone che ne resterebbero escluse” sintetizza Roberto Aresu di PerMicro, società di microcredito. “Pianificate, come in gara” spiega Giuseppe Seller, responsabile bancassurance. L’ex cestista Antonello Riva ricorda che, anche per il grande atleta “Lo sport è una parentesi”. E può finire in modo traumatico “Amo e odio il nuoto. Mi ha dato la più grande gioia della mia vita e la maggior sofferenza: il ritiro per problemi cardiaci” confessa Fioravanti. Lo tentò il Qatar, lui smise pur di non cambiare bandiera. Quanti resisterebbero? “Ognuno la vede secondo la sua coscienza, un giorno potremmo vedere uno sceicco creare una nazionale di all star stranieri. Per avere sponsor, devi essere personaggio”. E per emergere “E’ fondamentale una grande squadra. Oggi l’Aniene è l’unica, o tra le pochissime, a poter investire nel nuoto d’alto livello”. Non è che a Fioravanti passa per la cuffia di allenare? “No grazie, richiede responsabilità che oggi non mi sento di prendere. Abbiamo ottimi tecnici come Stefano Morini, Emanuele Sacchi e Matteo Giunta. E altri crescono, come gli atleti”.
 
moscarella@swimbiz.it
 

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