Di Giorgio “il Freddo” e le Olimpiadi dei riscatti

Copyright foto: alex di giorgio

E’ la staffetta 4x200 stile libero maschile, la Storia del nuoto italiano, la voglia di tornare a scrivere capitoli importanti. “A parte Marco (Belotti n.d.r.), quattro anni fa eravamo tutti alla prima esperienza olimpica, già essere lì era una cosa enorme. Io compivo 22 anni il giorno dopo la cerimonia d’apertura” racconta a Swimbiz.it Alex Di Giorgio. Si ritroveranno, lui e Belotti, nel quartetto olimpico di Rio. Il bresciano che ha trovato la forza di recuperare dopo un infortunio occorso a novembre. Il romano che, a parte il Direttore di Swimbiz.it Christian Zicche(leggi qui), in pochi vedevano ancora in corsa per le Olimpiadi “Venivo da due anni duri, un altro sarebbe stato una botta pesante. Ci ho messo freddezza, evitando di ragionare ‘a caldo’ su situazioni negative che, altrimenti, mi sarei portato dietro”. Ha imparato a prendere coscienza di tutto “Devi stare attento ad ascoltare i campanelli d’allarme. Se li sai cogliere quando suonano, ti portano a fare uno scatto in avanti. Se li ‘subisci’, resti intoppato”. Rispetto a Londra 2012 “Abbiamo più possibilità e, personalmente, sento una maturità maggiore. La finale è certamente a portata, Gabriele Detti dà una carica in più e, già agli Europei di Londra, la 4x200 ha dimostrato di potersi riscattare. Difficile fare ora un toto-staffetta sui nomi che occuperanno tutti i 4, 5 o 6 posti alle Olimpiadi "Negli ultimi due mesi ho imparato quanto tutto sia solo un intermezzo fino alla gara decisiva. Qualsiasi previsione, ad oggi, rischia di ridursi a mera chiacchiera da bar"

Alex Di Giorgio agli Assoluti 2013 (Deepbluemedia)
Alex Di Giorgio agli Assoluti 2013 (Deepbluemedia)

In questi giorni molti nuotatori, qualificati e non, affidano ai social network gioie e delusioni, sacrifici ed emozioni, vittorie e sconfitte che li hanno accompagnati lungo il percorso. Un saliscendi fino a quel rito, che si rinnova ogni quattro anni, in cui trovare riscatto dopo tante fatiche. Il Di Giorgio di questi quattro anni è un po’ una summa, un esempio di quella che spesso è la vita di un atleta: il trionfo agli Assoluti Primaverili del 2013, due anni tra infortuni e cambi di allenatore, ora il ritorno in nazionale “Non ricordo, quattro anni fa, un tale coinvolgimento sui social network. Ma sono diventati una valvola di sfogo in più. Ed è qualcosa di molto importante in uno sport dove, se pure in allenamento sei in gruppo, in gara sei solo. Questa è la funzione per cui sono nati i social: condividere. E’ nato e cresciuto, sportivamente, nel Circolo Canottieri Aniene, una rarità “Nel 93, a 3 anni, iniziai lì e non ho mai cambiato, sento il sangue gialloblu – non a caso il Direttore Generale, Gianni Nagni -  mi vede come il capitano del club”. Vedremo l’Aniene coltivare maggiormente il vivaio nel prossimo quadriennio? “E’ possibile. E’ una società che ha molte possibilità, tra le poche in Italia ad avere solide basi e continuità”. Di certo, saranno quattro anni che Alex vivrà in prima persona “Compio 26 anni a fine mese e sento di poter andare ancora avanti col nuoto. E ci sono molti aspetti, dalla partenze alle virate, su cui ho ancora ampi margini di miglioramento”.

moscarella@swimbiz.it

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