Gli assenti e gli incerti ai Mondiali di Kazan

In principio fu Michael Phelps. Un bicchiere di troppo e poi alla guida, l’arresto e poi la cacciata dal team americano per i Mondiali di nuoto a Kazan. Accettata dal neo trentenne con piena assunzione di responsabilità, nonostante le pressioni della Fina (e degli sponsor) per un ripensamento. E nessun ripensamento per Tae-whan Park, primo coreano a vincere un oro olimpico, che deve scontare una lunga squalifica per doping a causa di una positività al testosterone. E’ di oggi, invece, il caso del fuoriclasse giapponese dei misti Kosuke Hagino, infortunatosi al gomito in allenamento prima degli open de France di Vichy e tornato in patria per accertamenti in ospedale. Gli esami hanno confermato la frattura e la necessità di due mesi di riposo "Sono grato a tutti coloro che mi hanno aiutato e sono dispiaciuto pensando a chi in Giappone non vedesse l'ora di incitarmi ai Mondiali" le parole di Hagino. Sicure le assenze mondiali dell’olimpionico Yannick Agnel, a casa per una pleurite, e del bicampione mondiale James Magnussen che ha rinunciato alla seconda difesa del titolo iridato nei 100 stile per un infortunio alla spalla. La danese Jeanette Ottesen Gray maledice l’automobilista che ha aggredito lei e il suo compagno al volante(leggi qui). Il dito rotto “Può sembrare una piccola cosa, ma dà seri problemi a nuotare – e l’ex campionessa mondiale rileva con rassegnazione la scarsa tutela dei nuotatori in casi simili – è frustrante che l’aggressione di un uomo possa avere un’influenza così profonda sul nostro lavoro”.
 
moscarella@swimbiz.it

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