Il coraggio di Laura

 Laura de Renzis,  Ct della nazionale di sincro dal 2000 al 2011 è una persona che ha vinto molte sfide. Lo ha fatto da atleta, lo ha fatto da commissario Tecnico, portando una sua atleta (Beatrice Adelizzi) al podio mondiale nel 2009, ma la sfida più importante Laura la sta vincendo contro un avversario più temibile e subdolo: il cancro. Laura ha superato un momento terribile, come quello della diagnosi, fino a quello della terapia e dell'operazione, riuscendo a sconfiggere questo tremendo nemico. Raggiunta telefonicamente da "Swimbiz", le abbiamo chiesto di raccontarci questa sua esperienza e lei ha accettato con la sua consueta gentilezza e disponibilità:" Ho affrontato questa malattia con l'ingenuità di una bambina. Cercando di mettere in pratica tutta la mia mentalità da atleta. E' stata come la gara della mia vita e non potevo perderla. Il momento della diagnosi è stato durissimo. Ho perduto mio padre per questa malattia e so cosa si passa. La chemioterapia è stata difficile e l'ho vissuta male, ma ho provato a mettercela tutta, cercando di farmi forza e di affrontare il tutto con ottimismo. Ho sostenuto l'intervento il 1 febbraio e l'operazione è stata molto lunga, di circa 10 ore. Ora piano piano sto sostenendo la riabilitazione e non posso ancora guidare, ma piano piano le cose stanno migliorando". La cosa straordinaria ed emozionante è la serenità e la grande forza morale con cui il Coach sta vivendo tutta questa vicenda:" Quando ho saputo cosa mi aveva colpito è stato un brutto colpo, ma ho visto anche casi molto peggiori del mio e mi sono detta di essere paradossalmente fortunata". Il mondo dello sport le è stato vicino:" Devo ringraziare tutta la Federazione italiana Nuoto, tutte le mie atlete ed ex atlete che sono state fantastiche, e che mi hanno incoraggiata fortemente". Laura ha ringraziato anche i medici che l'hanno seguita in questo cammino: "Sono stati straordinari. Io sono in cura presso il Policlinico Gemelli e sono stata aiutata molto da loro. Per la professionalità ed umanità, senza dubbi". Umanità che Laura ha dimostrato nel rapporto con sua figlia, che ha vissuto la malattia della propria mamma con con comprensibile angoscia:" aveva letto su Internet che con il tipo di patologia che mi aveva colpito, si può morire. Ho cercato di rassicurarla, cercando di non farle pesare più di tanto, con un pò d'ironia".  Una dimostrazione di grande coraggio e di forza, per un'allenatrice brava, ma soprattutto una splendida persona che ha saputo vincere il suo match più difficile, ben più importante di una Medaglia d'oro Olimpica. Un vero esempio. Un modello da seguire. Grazie Laura   
guarnieri@swimbiz.it

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