Il logo? Un problema olimpico

Il mese scorso, Swimbiz.it raccontò delle proteste che il logo delle Olimpiadi di Rio 2016 aveva suscitato da parte di una fondazione benefica americana dal simbolo molto simile(leggi qui). Ma il problema si è presentato anche i Giochi Olimpici di Tokyo 2020, come hanno riportato il Mirror e SwimSwam. Il Comitato Organizzatore aveva chiesto al designer giapponese Kenjiro Sano di creare il brand delle Olimpiadi e Paraolimpiadi di Tokyo 2020, e a fine luglio fu presentato il logo. Ma il designer belga Olivier Debie ha accusato l'artista giapponese di plagio: la T della creazione olimpica era simile allo stemma che Debie aveva realizzato per un teatro nella città di Liegi, minacciando provvedimenti legali. Se in un primo momento gli organizzatori avevano respinto le affermazioni, la situazione è ora cambiata. Il direttore del Comitato Organizzatore Toshio Muto si è convinto ad abbandonare il logo. Il  problema, ora, è un altro: le aziende sponsor delle Olimpiadi giapponesi stavano già utilizzando tale brand per le loro campagne pubblicitarie, di conseguenza potrebbero sorgere dei problemi finanziari per il Comitato, che nel frattempo annuncia a breve un concorso per la realizzazione del nuovo brand ufficiale.
 
facchini@swimbiz.it

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