La “piccola America” di Giorgio Malan

Copyright foto: Swimbiz.it

1’58”00 nei 200 m a stile libero potrebbe non sembrare un gran tempo. Ma se chi l’ha nuotato, nella stessa giornata, alle 6.30 del mattino era già in pedana a gareggiare nella scherma e nel pomeriggio era atteso da 800 m di corsa intervallati da tiri al bersaglio con meno di 15 secondi per fare 5 centri ogni volta, ecco che quel tempo assume un notevole spessore nel pentathlon internazionale. Giorgio Malan, sabato ad Asti, anche grazie a quell’1’58 ha vinto il titolo italiano di triathlon – da non confondere con l’omonima disciplina nuoto-ciclismo-corsa – ed è arrivato quarto nel tetrathlon. Perché seppure il regolamento attuale penalizzi un po’ le prove in vasca, il nuoto rappresenta sempre una base fondamentale per i pentatleti “E dire che da piccolo piangevo sempre in acqua – racconta a Swimbiz.it – all’inizio i miei tempi non erano un granché, ma avevo dalla mia l’acquaticità”.

La svolta, paradossalmente, è arrivato con un problema fisico al ginocchio “Non potendo correre, ho iniziato a nuotare ogni giorno. Ho la fortuna di avere un centro sportivo con piscina accanto alla mia scuola e un parco dotato di pista d’atletica a 500 m – una fortunata, ‘piccola America’ per il torinese - sono migliorato in vasca sotto il tecnico Giancarlo Durante che mi ha poi avviato al pentathlon e mi segue tuttora”. E gli effetti si vedono, perché Malan è considerato dalla Federazione un atleta completo, un talento. Persona posata, ma agonista in campo, campione italiano juniores in carica(leggi qui), già qualificato alle Olimpiadi Giovanili, ha però ben chiare le sue priorità “Quest’anno il primo obiettivo è la maturità, per poi iniziare l’università l’anno prossimo”. Da lì, proseguire il suo percorso da atleta-sudente, verso Tokyo 2020 “Se sarò già maturo come atleta. Altrimenti, punterò al risultato più in là”.

moscarella@swimbiz.it

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