La rivoluzione olimpica

Da un anno a questa parte è in atto una vera e propria rivoluzione per le Olimpiadi. A Montecarlo, l’inverno scorso, la riunione generale del CIO approvò all’unanimità le “40 Raccomandazioni”, un documento di interventi per le Olimpiadi del 2020 di Tokyo(leggi qui). Ieri una seduta del Executive Board dell’organizzazione internazionale ha ridotto le raccomandazioni a 35, classificando in 4 criteri, Tra gli obiettivi più importanti del documento, l’introduzione di nuovi sport all’interno delle Olimpiadi e l’aumento degli atleti femminili. Il sogno di Thomas Bach (foto), Presidente del CIO, è di avere per le Olimpiadi 2020 un ugual numero di atleti di entrambi i sessi. Da un punto di vista del business, candidature più snelle con costi contenuti ed eventuali delocalizzazioni, come nei piani per la candidatura di Roma 2024(leggi qui). Tutto ciò per rendere l’Olimpiade un evento appetibile a un maggior numero di Paesi. I primi risultati già si intravedano, basti ricordare che alle prossime Olimpiadi ci sarà l’introduzione del rugby. Tuttavia, l’aumento di discipline potrebbe andare a svantaggio di sport olimpici storici, come appunto il nuoto. Se da anni, infatti, s’ipotizza l’introduzione delle gare a 50 di rana, dorso e farfalla, la nuova rotta del Cio sembra, invece, portare alla riduzione delle competizioni. E i maggiori rischi potrebbero correre le distanze più lunghe: 1500 stile uomini e 800 stile donne.
 
facchini@swimbiz.it

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