L’evoluzione dei costumi: ecologia, compressione e appeal

Copyright foto: Aqua Sphere

Tessuti derivati da bottiglie di plastica riciclate “Pensi che anche molte Ford in commercio negli Usa hanno gli interni in tessuto Repreve. Quindi perché non creare una linea di costumi eco-friendly?”. A parlare a Swimbiz.it è Luca Armillotta, Product Development Manager dei costumi da bagno per il marchio genovese Aqua Sphere. In realtà “Il 90% dei nostri prodotti sono già in tessuti provenienti da materiali riciclati – forniti dallo specialista Carvico – ma volevamo un prodotto che ‘parlasse’ alla clientela” ormai molto sensibile a questo tema. Si arriverà mai a costumi da gara di questo tipo? “Certamente sì. Con la tecnologia attuale si può fare di tutto: una volta i macchinari lavoravano su un filo solo, oggi anche su 10 o 20” ricordando sempre che non tutto può essere riciclato, pertanto i tessuti riciclati vanno mescolati a materiale ‘normale’.

La tecnologia nel nuoto avanza spedita, ogni nuovo costume presentato sembra una monoposto da Formula 1. Ma nelle scelte degli atleti, giocano sempre un fattore cruciale due fattori: il passaparola e “I risultati. Ai Giochi Olimpici di Rio, complici le buone prove di diversi atleti giapponesi “Sul bordovasca molti guardavano con interesse ai loro costumi. Nel giro di poco tempo, nei negozi locali erano diventati introvabili”. Le novità tecnologiche che spesso saltano maggiormente all’occhio, riguardano i materiali. Dal poliuretano, tornato all’attenzione per la graduale introduzione delle mute nel nuoto in acque libere(leggi qui), al carbonio “Ma se devo fare un’ipotesi – conclude Armillotta - il futuro sta più nei diversi livelli di compressione. Per la linea Mp, studiata insieme al 23 volte olimpionico Michael Phelps “Abbiamo giocato su due superfici, una 3D e una piatta, ma anche altri marchi hanno sperimentato compressioni diverse o usato dei ‘tape’. Molto dipenderà, nella futura evoluzione, da quali caratteristiche si vorrà dare a ogni costume”.

moscarella@swimbiz.it

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