L’importanza di chiamarsi Manaudou

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Cambia la fisionomia, non il cognome. Non sarebbe nemmeno una novità vedere una dinastia alla testa dei francesi, dai tempi del Carlo, Luigi o Napoleone di turno. Laure Manaudou era in tutto e per tutto regina di Francia; ha avuto per il nuoto francese la stessa importanza di Platini nel calcio: appassionare la Francia, rugbista impenitente, a un altro sport. Florent, viso regale a parte, nel fisico richiama più un capotribù celta. E il gallico per eccellenza, Lucas, la scorsa stagione lo incoronò Zidane del nuoto, indicandolo implicitamente come vero leader della nazionale. Forse persino più di Agnel, perché francesi e yankees non si amano troppo (l'impero romano di Asterix rappresentava la monopolizzante cultura americana) e chissà che qualcuno non abbia mal digerito l'agnello 'in fuga' negli States. E poi, vuoi mettere quel cognome, Manaudou? Ieri ai nazionali francesi, con un 45"04 record mondiale in tessuto 100 stile, ha ribadito di prepotenza la sua candidatura al trono di Re Sole; un po' pompato forse, ma con un Richelieu tutto per sé: Romain Barnier, già suo allenatore a Marsiglia, head coach della nazionale fino a Rio.
 
moscarella@swimbiz.it

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