Lochte, per Rio si cambia vita

Copyright foto: Swimbiz

12 anni nella bolla di Gainesville, è ora di uscirne e trovare nuovi stimoli. Ryan Lochte dopo Barcellona vuole cambiare programmi e latitudine ( e lo ha raccontato al sito"Swimvortex"), per arrivare a Rio rigenerato e, forse, maturato. Pur mantenendo come base la Florida, Ryan girerà per gli Stati Uniti e per il mondo, probabilmente in Australia, non tanto per un anno di pausa quanto per provare nuovi ambienti, tecniche e sensazioni. Addirittura per mettere ordine nella sua vita: “È tempo per me di andare, iniziare un nuovo capitolo del mio libro. Voglio finalmente una famiglia, una moglie, dei bambini. A Gainesville non è possibile, mi conoscono tutti, è una città-college”. Il bad-boy Lochte mette la testa a posto? Sembrerebbe. Per ora però la sua vera dichiarazione d’amore è per il suo secondo padre, coach Gregg Troy, l’unico punto fermo, prima, dopo e durante. “Non importa dove andrò o con chi mi allenerò. Il mio coach sarà sempre Gregg. È il migliore allenatore del mondo e voglio che la gente lo sappia”. Trials e Mondiali saranno per Ryan l’ultimo scoglio prima di pensare a qualsiasi cambiamento. Vuole onorarli come meglio può, anche se la forma è quella che è, avendo ripreso a nuotare seriamente dopo Londra da sole sette settimane. La sua mentalità però è di ferro, fin quasi presuntuosa: “Se non spingo il mio corpo a quei limiti che gli altri atleti hanno paura di superare, io non raggiungo davvero il mio obiettivo. È l’energia che mi porta ad andare sempre oltre. È per questo che sono migliore di altri nuotatori”. Inutile scomodare un certo Phelps per paragoni sacrileghi, ma nel libro di Lochte c’è ancora un capitolo da scrivere e si intitola Rio 2016.
 
caminada@swimbiz.it
 

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