Lochte vince l’appello: a Rio non fu falsa denuncia

Copyright foto: Getty Images

La conclusione, parziale, di una vicenda trascinatasi per un anno. Condannato in primo grado a pagare 100.000 reais di multa, Ryan Lochte ha visto accolto il suo appello Tribunale di Giustizia di Rio de Janeiro. L’accusa era di falsa denuncia, relativa a un’intervista di Ryan Lochte e di Jimmy Feigen alla Nbc nella quale i due nuotatori dichiararono di essere stati rapinati – insieme ai connazionali Jack Conger e Gunnar Bentz – al termine delle Olimpiadi di Rio 2016. Secondo la ricostruzione della polizia, i quattro avrebbero invece inventato la storia per coprire atti vandalici che avrebbero commesso in una stazione di servizio.

Un video ottenuto dalla Tv Globo mostrò che i nuotatori si erano effettivamente fermati alla stazione di servizio, senza tuttavia fornire prove chiare di una o dell’altra versione. Lochte e Feigen in seguito ammisero di aver omesso alcuni particolari, ma ribadirono di essere stati minacciati da “Uomini in divisa” armati che avrebbero chiesto loro dei soldi. In seguito, Lochte e Feigen furono ufficialmente accusati di falsa denuncia, oltre alla squalifica sportiva decisa da Usa Swimming(leggi qui).

Quasi un anno dopo, Il Tribunale di Giustizia ha accolto la difesa di Ryan Lochte, poiché “Costituisce reato di falsa denuncia quando la polizia avvii le indagini partendo dalle dichiarazioni della vittima. Non quando la storia sia ufficialmente registrata – è il caso dell’intervista alla Nbc – dopo  che le autorità abbiano già iniziato le indagini”. Ad ogni modo, segnala Globo, Ryan Lochte avrebbe ancora due accuse a suo carico.

moscarella@swimbiz.it

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Telegram