Michael Phelps tra la politica e il business del rientro

Il punto acquatico - L'editoriale del direttore Christian Zicche

Il commento del direttore:  Phelps ritornerà in corsia, ma l'analisi deve partire dal business e dalla politica. Con un occhio al sigillo della storia..

Copyright foto: white house

Voglio essere il primo e l'unico, lo disse chiaramente prima di Pechino olimpica nel 2008. Il resto è storia nuotata, anzi storia dello sport: 8 medaglie d'oro in quella edizione, ventidue medaglie olimpiche. Michael Phelps è stato fino a ieri il sogno americano che si fa irraggiungibile nel mito dell'irreplicabilità detenuta fino a Pechino da un altro yankee d'oro, Mark Spitz. E fino a ieri sembrava che la storia si chiudesse con l'ultimo capitolo della saga natatoria americana: smetto per sempre, disse. Dopo aver conquistato tutto, pure la Cina per volere di George dabliù Bush che  della supremazia acquatica a stelle e striscie del ragazzone di Baltimora con le orecchie un pò così,  ha fatto politica attiva coi cinesi. Noi siamo l'America caro Mondo, ai cinesi che sono tanti lasciamo magari il medagliere, ma l'eccellenza e l'unicità non si discute. Come dire siamo stati i primi sulla Luna, lo stesso sistema extraterrestre lo produciamo anche in corsia e in qualunque posto ci impegnamo. Come Phelps nessuno , nemmeno di guadagno. Anche se poi il coreano Park sull'attimo fuggente è riuscito per un momento a batterlo sui money. Ma solo per un momento: Phelps il normale ragazzone yankee qualche fuoristrada l'ha prodotto, come quando una fumatina fuori controllo fece fare dietrofront nei contratti da milioni di dollari, come fu per la Kellogg's. Fu un attimo, seppur doloroso. La normalità del sistema Phelps ha riprodotto anche dopo il suo costume al chiodo il business milionario. Quanto? Milioni di dollari da testimonial global, pure i francesi di Vuitton sono riusciti a metterlo in pubblicità, e si pensi alla Speedo quanto ha investito nel periodo. Oggi? Michelino l'exraterrestre è sempre una macchina da contratto, a cui si amplia la parte sociale. Il testimonial Phelps gira da ambasciatore (quasi sempre pagato) dell'acqua , ma è il suo essere il fenomeno americano di tutti tempi e di tutti gli sport che interessa all'amministrazione Obama. Il buon Kid che insegna nuoto nelle favelas è un grande spot per gli Usa nel mondo.Per questo il gran rientro ha due direttrici , quella del business- marketing e quella politica. La storia può avere un ulteriore sigillo, quello dell'ultima medaglia e dell'ultimo record che fu di Pablo Morales a Barcellona nel 1992. Il sigillo nell'unica gara che sancirebbe la vera irreplicabilità futura ventiquattro anni dopo.Certo l'ultimo sigillo è l'essenza stessa del Pescecane, che prima di Pechino disse "voglio essere il primo e l'unico Phelps, non il secondo Mark Spitz", e che disse di ipirarsi a un mito guarda caso come quello di  Morales, uno che vinse con record di età. Questa volta con Obama e gli Stati Uniti ad applaudire a Rio 2016 il mito americano di ogni tempo, oltre il tempo e lo sport, simbolo di una supremazia oltre la corsia. Come quella bandiera che ancora sventola sulla Luna. Guarda caso l'orologio (sponsor) di Phelps è l'Omega , lo stesso di chi piantò sul suolo Lunare la supremazia spaziale americana..
 
 
zicche@swimbiz.it
 

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