Miseria e nobiltà della pallanuoto, secondo Pierluigi Formiconi

Copyright foto: laconi

Ieri il Settebello concludeva il suo periodo di common training e amichevoli con la nazionale Usa in California, con l’ultima partita terminata 9-7 per gli americani. Ieri Matteo Rivolta, azzurro dell’Italnuoto, parlava a Swimbiz della cultura sportiva negli Stati Uniti, del senso di riconoscenza dei tifosi anche verso chi, dopo aver dato tutto, cambia squadra. D’altra parte, aggiungeva di non ricordare episodi analoghi nel calcio italiano(leggi qui). “In effetti il calcio è una cosa un po’ a parte. Ormai non è più sport, solo intrattenimento. La pallanuoto? Decisamente sposa più la cultura sportiva anglosassone – commenta a Swimbiz Pierluigi Formiconi, ex ct del Setterosa con cui vinse tutto e oggi allenatore della Lazio Nuoto – il giocatore di spessore non è dimenticato dai suoi ex tifosi”. Uno sport di contatto “Io stesso mi ruppi due volte il naso”, ma anche di rispetto, come il rugby. Che a livello di nazionale, su questo suo essere sport per gentiluomini ha sapientemente costruito la propria comunicazione “Portando la gente ad affollare lo Stadio Flaminio di Roma, anche se perdiamo quasi sempre e molti non hanno ben chiare tutte le regole. Ma io stesso apprezzo questo sport – può essere la chiave per promuovere più incisivamente anche la pallanuoto? – molti di quelli che vengono a vedere le partite già lo fanno perché apprezzano gli sforzi sovraumani dei giocatori e il loro rispetto. Ma in tanti anni da allenatore, ricordo anche molti aneddoti di tifosi che vengono a vedere solo i play-off”. Qualcuno ne ha anche per i già citati sforzi sovraumani “Avevo 35 anni. M’inviperii con Porzio e Ferretti, che erano under 18, e dissi loro ‘Ora vi faccio vedere io’… sarò durato massimo un minuto e sono uscito dall’acqua dicendo ‘scusate, non lo faccio più’ – mentre i suoi ragazzi ridevano – e avevano ragione, perché non ero allenato e non ti puoi improvvisare. E’ uno sport di fatica, come il rugby, come il basket dove tutti attaccano e tutti corrono in difesa. Nel calcio, invece, quando il difensore lancia lungo può smettere di correre”. E conclude il paragone con il pallone “Da noi, se simuli sei subito 'segnato'. Ho un figlio che gioca a calcio, non voglio pensare alle storie di allenatori che si arrabbiano se i propri giocatori non si ‘tuffano’ in area…”.
 
moscarella@swimbiz.it

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