Nell’Arena di Berlino, e oltre

Copyright foto: arena

Ventitré medaglie, di cui otto d’oro, tra nuoto, acque libere, tuffi e synchro. E’ il medagliere dell’Italia, è il medagliere azzurro di Arena a Berlino 2014. Allargando il conto al medagliere europeo, si arriva a 95 medaglie tra nuoto (24 d’oro, il 55% degli ori totali) e acque libere; vale a dire il 64,2% dei medagliati, due su tre. Numeri che vanno messi in rapporto con la quantità di atleti che agli Europei portava il marchio di Tolentino. E il colpo d’occhio al Velodrome era impressionante: una cascata di diamanti; viene da chiedersi se ai Mondiali di Kazan 2015 e alle Olimpiadi di Rio 2016 non assisteremo a scene simili. C’è curiosità nel capire cos’ha in mente Adidas nel nuoto, come crescerà Vadox, se Nike continuerà a star fuori da un mercato così ricco e a cosa porterà l’accordo tra Phelps e Aqua Sphere. E ancora, come (e se) risponderà Speedo, a due di distanza dalla fine del suo ‘monopolio’ nel mercato americano, e ricordando anche le parole di Cristiano Portas (foto), CEO di Arena, a Swimbiz “In America, siamo solo all’inizio”(guarda il video). In due anni può succedere di tutto, tra chi parla di un possibile aumento della superficie corporea coperta dal costume, chi suggerisce di riempirlo di sponsor, come le magliette dei calciatori. Ma tra sponsorizzazioni di eventi, accordi con le Federazioni e sponsorship singole, l’Arena si fa sempre più vasta.
 
moscarella@swimbiz.it

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