Noemi Batki, un argento controvento

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Seconda giornata di gare al Fina Grand Prix di tuffi a Bolzano. La prima finale è dalla piattaforma 10 m donne, caratterizzata dal vento forte che crea non pochi problemi alle atlete più minute: molte perdono la concentrazione cercando di non far volare via l'asciugamano posto sulla piattaforma da cui tuffarsi. "L'asciugamano è messo a discrezione dell'atleta. Questo accade perché la piattaforma, a differenza del trampolino, non ha ancora un'omologazione ufficiale Fina, quindi la superficie da cui deve tuffarsi l'atleta cambia da piscina a piscina - spiega Max Mazzucchi, ex azzurro e talent Swimbiz.it dei tuffi - ma se dà fastidio per qualche motivo, come il vento, è l'atleta a risponderne. Un elemento da sottolineare, perchè a Rio 2016 la piscina dei tuffi sarà all'aperto. Nelle gare più importanti è la piscina stessa a fornire gli asciugamani, perché devono avere lo stesso colore della piattaforma, per motivi di estetica nelle inquadrature". E può rivelarsi un problema "Perchè ogni atleta ha l'asciugamano che preferisce, strizzato a un certo livello per avere il 'grip' desiderato... Spesso, poi, sono asciugamani nuovi: come le gomme nella Formula 1, sarebbe meglio se fossero un po' usati". L’azzurra Noemi Batki, invece, non si scompone. Parte alla grande, sbava solo sul penultimo tuffo, ma è in testa grazie a un errore della cinese Yaying, prima di cedere nel finale davanti al maggiore coefficiente dell'asiatica. Argento in 315.70 "Peccato solo per il 307c che le è costato l'oro. Lei è un'atleta molto elegante e fisicamente preparata, per lei l'importante è più che altro viaggiare attorno a 350 punti per competere a livello mondiale - magari persino - inserire tuffi più complessi, perché ne è in grado. In Italia è praticamente da sola e quindi non ha avuto input ad aggiungerli in programma, ma per me potrà farlo già dal post Olimpiadi".
 
moscarella@swimbiz.it

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