Nuota, prega, temi il Gange

Copyright foto: vita di pi

Madre Gange non può essere inquinata. Un detto in voga tra le madri che abitano lungo le rive del più celebre tra i numerosi corsi d’acqua dell’India. Fiume sacro per la religione Indù, il Gange è anche sede privilegiata per le prime lezioni di nuoto dei giovani indiani. “L’acqua è unica, io la bevo pure” afferma alla BBC un istruttore di nuoto, sprezzante degli ammonimenti di medici e batteriologi. Come nel caso del circuito gara di gran fondo di Rio 2016, la quantità di batteri coliformi fecali è 35 volte superiore al livello di guardia; tuttavia, la contemporanea presenza di virus batteriofagi può rendere immune chi ne sia infettato. Ma la salute dei bagnanti è messa a rischio anche da liquami, metalli e, non va scordato, dalla cenere dei corpi cremati e lasciati alle acque del fiume a scopo religioso. Il nuoto sta assumendo un’importanza, sociale e sportiva, crescente nel subcontinente: dopo i volontari australiani, anche l’olimpionica Stephanie Rice vuole dare una mano, costruendo scuole di nuoto. Persino nel film Vita di Pi, pluripremiato agli Oscar, l’onirico (quasi biblico) viaggio del protagonista non può prescindere dalle lezioni di nuoto impartitegli, da bambino, dallo ‘zio’ di Pi, al quale, infatti, egli è finitamente grato.
 
moscarella@swimbiz.it

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