Nuotatori superdotati: polmoni più capienti e strage di record

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In qualche modo dovranno pur riempire quel torace che si ritrovano. Ecco svelato il segreto dei nuotatori: polmoni più capaci ed efficienti. Recenti studi apparsi sull’European Journal of Applied Physiology confermano come il nuoto sia l’unico sport a poter modificare la fisiologia umana. A differenza infatti di un allenamento intensivo in bicicletta o di corsa, i quali possono migliorare al più la capacità di utilizzo dell’ossigeno inspirato, il lavoro in acqua dei nuotatori li porterebbe ad avere più alveoli nei polmoni, e quindi più ossigeno nel sangue e nei muscoli. Un adattamento fisico che va ben oltre i già collaudati meccanismi cellulari di aumento di mitocondri ed enzimi respiratori. Queste ricerche, che sfatano il tabu dell’impossibilità di incrementare la capacità polmonare, potrebbero anche spiegare perché nel nuoto la caccia al record non è mai finita. Recenti prestazioni agli NCAA Championships americani infatti hanno in questi giorni lasciato tutti a bocca aperta: il fenomeno russo Vladimir Morozov ha abbattuto il muro dei 18 secondi nella frazione di 50 stile (yard) nella staffetta mista, mentre l’americano Kevin Cordes ha nuotato i 100 rana (sempre in staffetta) in 49.5 e i 200 in 1:48.6. Anche altri record sono stati polverizzati in questi weekend di gare collegiali e subito si è tornati con la memoria all’era-poliuretano, che pare ormai solo una fase transitoria e non un traguardo irraggiungibile. Campioni di ieri e oggi si sono mobilitati sul web per esprimere incredulità mista a soddisfazione per l’apparente assenza di limiti nel nuoto. Ma fin dove si potrà arrivare? Una prima risposta ai Mondiali di Barcellona, il resto alla scienza.
 
caminada@swimbiz.it

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