Nuove regole in acque libere: mute obbligatorie sotto i 18°

La proposta fu avanzata da Jan-Anders Manson, a capo della Commissione Fina per l’approvazione dei costumi, già in vista delle Olimpiadi di Rio. Concedere l'utilizzo delle mute, sul modello di quelle in uso nel triathlon, per le gare di nuoto in acque libere dove la temperatura scenda sotto i 18° C. Limite minimo stabilito a seguito di uno studio dell’università di Portsmouth. Un'ondata di proteste costrinse la Fédération Internationale de Natation a rimandare l'approvazione della proposta, ma dal 1° gennaio 2017 le nuove regole sono ufficiali: le mute sono concesse quando la temperatura dell'acqua scenda sotto i 20° C, obbligatorie sotto i 18° C. La regola specifica che col termine mute (wetsuits) s'intendono quelle fatte in materiale termoisolante. Che coprano torso, schiena, spalle e ginocchia, ma non si estendano oltre collo, polsi e caviglie.

Riproponiamo qui due commenti sull'argomento, rilasciati a Swimbiz.it e gennaio 2016, quando fu avanzata per la prima volta la proposta:

  • Il primo è di Daniele Masala, docente all’Università degli Studi di Cassino, oro olimpico di pentathlon moderno a Los Angeles 1984, ma anche vice campione italiano dei 400 misti nel 1969 "Di primo acchito, mi ricorda il famoso caso dei ‘costumoni’ nel nuoto in vasca – tuttavia – in quel caso il vero problema fu che la decisione di concedere i costumi in poliuretano fu presa dalla Fina all’improvviso, senza che la maggior parte degli atleti e delle aziende potesse adeguarsi. L’importante è che sia comunicata tempestivamente e diffusa in modo capillare tra atleti e aziende".
  • Il secondo è di Stefano Rubaudo, ex azzurro e oggi team manager dell’Italfondo “Non va valutata solo la temperatura, ma anche il campo gara. In un circuito chiuso, come a Londra 2012, si può nuotare senza muta anche a 18° - mentre a Copacabana, sede del fondo olimpico a Rio 2016 - ci sono correnti sottomarine di 4-5 nodi e la muta può evitare rischi". La stessa temperatura dell’acqua può "Variare molto. Quando siamo stati a Rio, le donne hanno nuotato con 16°. Il giorno dopo gli uomini con 23°. Il mio consiglio è portare comunque le mute e, il giorno della gara, valutare se usarle o no. Forse atleti potenti come Ana Marcela Cunha ne beneficeranno, ma non si può rischiare una vita umana”.

moscarella@swimbiz.it

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