Se il fascino della divisa va oltre la carriera sportiva

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Sono tempi in cui tutti devono necessariamente puntare un occhio sui bilanci. Ma non tutto il male viene per nuocere “Nel nostro caso, è stato un ulteriore stimolo a puntare sulla qualità più che sulla quantità” commenta a Swimbiz.it il Tenente Colonnello Stefano Mappa, responsabile comunicazione del Centro Sportivo Esercito. Simone Ruffini campione mondiale di fondo, Rachele Bruni prima italiana a vincere la World Cup, il giovane Simone Sabbioni protagonista a Netanya, Erika Ferraioli colonna della velocità femminile, Noemi Batki piattaformista di punta della nazionale, Giovanni Tocci trampolinista di talento e così via. Ma la notorietà porta anche attenzioni esterne? “Qualche corteggiamento da società civili c’è stato, anche se negli sport acquatici non capita spesso. Ma gli atleti preferiscono restare con noi, perché sanno di avere un supporto a 360°, anche oltre l’agonismo – un altro esempio dal fondo – Valerio Cleri (in foto alla consegna dei Collari D'oro 2012 n.d.r.), ex oro mondiale, ha smesso di nuotare, si è riqualificato al nostro ente di formazione e ora è istruttore di nuoto in una piscina militare di Roma”. Altri esempi Fabio Scozzoli, Gabriele Detti “E tutti i nostri atleti che subiscano infortuni gravi, possono usufruire delle nostre strutture mediche, a livello di squadre di serie A, a titolo gratuito – da uomo di comunicazione Mappa sa bene che, come per gli sponsor - non sarebbe neanche un bel messaggio lasciare per strada un atleta alla prima difficoltà. Gli atleti, tra loro, parlano”.
 
moscarella@swimbiz.it
 
 
 

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