Un’altra aggressione nel nuoto, la matrice è omofoba

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Due farfalliste di talento, due violente aggressioni nell'arco di poche settimane. Ma questa volta non è il raptus rabbioso di un automobilista che perde la testa, come quello che a Copenaghen ha assalito Jeanette Ottesen Gray pregiudicandone anche la partecipazione ai Mondiali di nuoto a Kazan(leggi qui). Stavolta pare un gesto premeditato "Ero uscita da un locale di Amiens con delle amiche, quattro uomini ci hanno chiesto delle sigarette, ma ce ne stavamo andando. Hanno iniziato a insultarci per la strada, poi ricordo solo le mie amiche per terra e la corsa al pronto soccorso". Sono le parole di Mélanie Henique, bronzo nei 50 farfalla ai Mondiali di Shangai 2011, classe '92 spesso inserita dalla stampa francese tra le possibili atlete in grado di rinvigorire il nuoto francese al femminile. Un naso rotto per lei, e gli insulti erano di stampo omofobo. Ma Henique non ci sta "Ho denunciato l'aggressione venerdì. Non ne parlo pubblicamente per fare bella mostra: sono omosessuale, sono quello che sono e sono molto discreta. Ma l'omofobia è un problema serio, una forma di razzismo - e si è fatta coraggio - pensando a tutte le persone che ogni giorno subiscono aggressioni di questo tipo, ma non hanno la possibilità di parlare. Accade troppo spesso e spero di esser loro d'aiuto". Solidarietà da Fred Bousquet,  Florent Manaudou,"Spero si rimetta presto, anche se non sarà facile. E' forte di testa, ma subisce ogni giorno insulti del genere e stavolta si è andati troppo oltre", Camille Lacourt, ma anche dal Ministro dell'ecologia Ségolène Royal che su Twitter incalza "E la Federazione? Nessuna denuncia?".

moscarella@swimbiz.it

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