Punto Acquatico: Italia sul tetto del mondo, analisi di una vittoria del nuoto azzurro para

Il punto acquatico - L'editoriale del direttore Christian Zicche

Vittoria con la V maiuscola, ammesso e concesso che tutte le vittorie in uno sport a dimensione singola come il nuoto siano da celebrare nella singolarità dell’evento, ma uniti i punti danno la forza e lo stato di salute generale.

Ma tant’è, questo mondiale di Singapore venti venticinque arrivava sotto più di una analisi in divenire, e di un nuovo progetto federale che era sotto una lente di ingrandimento da più di una parte fortemente polemica visto il nuovo corso. Perché se il passato ha portato la Finp ad essere la nazionale più forte al mondo, come dice il saggio, del domani non vi è certezza. Cambiano scenari, affrontarli con nuovi volti è nella ragione dell’alternanza e della strategia. Così, sul filo di lana con il mondo acquatico  che si scalda e pressa inevitabilmente ( Cina e Stati Uniti, ma pure Ucraina e in prospettiva quadriennale anche Gran Bretagna e Brasile) l’Italia ha fatto il suo. 

Barlaam e Boggioni, Simone  e Monica, teste di serie e di spirito hanno portato tutta la nazionale a quello spirito di corpo e compattezza che ne fa eccellenza azzurra, meravigliosi tutti. Compresi i piazzati e i quarti posti. Ma è stata la scelta del nuovo presidente Franco Riccobello - con la mina tutta interna del premondiale delle staffette non iscritte, e ora si dovrà fare giusta chiarezza al rientro sulle responsabilità oggettive - di partire con la piscina in salita senza tirarsi alla corsia delle polemiche. 

Nello sport è tutta questione di fiducia nei tuoi uomini e donne. Un team vincente è una combinazione di vari fattori. Persone giuste al posto giusto. La giusta mentalità e i valori ben chiari, e le prestazioni arrivano. Con uno staff tecnico esordiente ma con le idee chiarissime. Su Roberto Bonanni commissario tecnico in pochi avrebbero scommesso, ora lo possiamo dire rispetto ai rumors della vigilia. Il fermento ti impallina, se non arriva il risultato, gli squali non si mimetizzano nemmeno in tribuna. Non proviene dal mondo para la prima questione, come se la necessità fosse una conoscenza assoluta a livello tecnico, quasi che la scelta cadesse in rapporto al figlio Francesco, lui sì tecnico azzurro da diversi anni. 

Le famiglie piacciono fin quando vincono. Invece Bonanni, con l’esperienza di gestione di tanti anni di nuoto normo come coordinatore delle Fiamme Oro, ha affrontato la sfida. Serenità e dialogo, non un commento sopra le righe, e la questione staffette avrebbe minato chiunque in panca. Portando e puntando da questo mondiale alle nuove generazioni, rischio ma opportunità. Visione non di oggi ma di domani. Rischiando la faccia. Gli esordienti per intenderci, e mantenendo alta l’attenzione sui senatori vero centro e perno di una visione che deve portare a tenere altissima la barra fin dentro lo spogliatoio.

Le dinamiche di gruppo sono sempre le stesse. Contano le medaglie e le vittorie di squadra alla fine.Poche chiacchiere, e penso che l’ultimo oro della new entry Gabriele Lorenzo è stata la chiave di volta di questa nuova gestione tecnica, a ben vedere per agganciare in extremis il tetto del mondo. Il passaggio di testimone tra il grande passato e il nuovo presente si è compiuto nel segno di un’Italnuoto para che torna da Singapore con la certezza di essere la super Nazionale con visione meravigliosa. Per il futuro prossimo, sicuramente. 

Il resto sono parole. 

Bravi tutti, e buona acqua.

zicche@swimbiz.it

 

 

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